Lecco conquista Hong Kong con una macchina per stampare i tagliandi del Gratta e vinci. Saranno molte migliaia al minuto le schedine che usciranno dalla macchina che l'imprenditore di Lecco Angelo Bartesaghi ha inventato per la Oriental View, una società che ha sede nella regione amministrativa speciale della Repubblica popolare cinese.
Bartesaghi, che nel 1963 con il padre ha iniziato a costruire macchine che definisce «speciali», è sbarcato vittorioso in Cina dopo un lungo lavoro condotto in due fasi: i contatti in giro per il mondo e la ricerca e sviluppo di nuove soluzioni. La prima fase lo ha portato «a conoscere molte aziende internazionali che lavorano nel settore della carta, quello in cui noi siamo leader», spiega l'imprenditore che oggi guida un'azienda da 35 milioni di euro di fatturato e dà lavoro a 180 persone. La seconda a progettare con uno staff di 8 persone che rappresentano «il massimo livello aziendale e comprendono dirigenti, ricercatori e la direzione dello stabilimento», dice Bartesaghi, una macchina per stampare i tagliandi del Gratta e vinci che ha conquistato la Oriental View.
È stata una sfida ad alto valore tecnologico quella in cui si è lanciato l'imprenditore lecchese. I fornitori mondiali in grado di realizzare una macchina dedicata a questo tipo di utilizzo sono infatti pochi, soprattutto per le problematiche tecniche che occorre affrontare e risolvere e per l'elevato livello qualitativo richiesto nelle prestazioni dell'azienda acquirente che fa parte di un grande gruppo internazionale.
«La nostra specializzazione in macchine per carte sofisticate e speciali ha consentito l'avvio di una collaborazione con aziende di tutto il mondo e ci ha dato visibilità con un utilizzatore finale, una società di Hong Kong, la Oriental View, che ha fatto una gara internazionale per una macchina per Gratta e vinci», racconta Bartesaghi. Alla Omet dove disegnano e producono macchine da stampa su nastro stretto per etichette, cartoncino e film plastico, accanto a macchine per la produzione di tovaglioli e asciugamani in carta, hanno iniziato a pensare al progetto e a come realizzarlo: «È la prima macchina di questo tipo che facciamo», dice infatti Bartesaghi.
Dopo i primi contatti, in primavera il management della Oriental View ha fatto le valigie ed è partito alla volta di Lecco, per trascorrere venti giorni nello stabilimento della Omet. «Hanno fatto i test e le verifiche per tutte le diverse tecnologie che usiamo e sono rimasti colpiti dalla nostra innovazione e dal grande dinamismo della nostra fabbrica. I manager cinesi hanno apprezzato in particolare il nostro team di lavoro che ha operato nella definizione di tutti i capitolati tecnici, elettronici e meccanici», continua Bartesaghi.
Alla fine le prove con inchiostri speciali condotte sulle macchine Omet hanno superato i parametri richiesti. I contatti hanno avuto un seguito e la Omet ha messo in cantiere il progetto. «Le dimostrazioni che abbiamo dato sono state evidentemente superiori a quelle di altre società perché nella definizione della trattativa il cliente ha riconosciuto le qualità tecniche dell'impianto e le capacità gestionali di Omet nel seguire il varo del progetto. La settimana scorsa abbiamo finalizzato il contratto – dice Bartesaghi –. Abbiamo già ricevuto l'acconto della fornitura e l'ordine è già in fase produttiva».
Per ora la richiesta è stata di una sola macchina che avrà un costo complessivo stimato intorno ai cinque milioni di euro. Il progetto è già in fase avanzata e presto saranno inseriti sia gruppi supplementari prodotti dalla Omet, sia gruppi di altre aziende specializzate nelle singole tipologie di stampa. «Per la produzione e il montaggio serviranno diversi mesi, sicuramente tra i nove e i dieci, – ipotizza Bartesaghi –. Alla fine la macchina avrà una lunghezza di 55 metri e sarà composta da 20 stazioni di stampa di cui 4 offset e 16 flexo combinate ad aria calda». Dal rullo finale dovrebbero uscire oltre 4mila schede al minuto. Made in Italy. Già ma ad Hong Kong.