TRENTO - Non c'è nessuna busta paga a fine mese, certo, ma quando restano senza lavoro i disoccupati italiani fanno di necessità virtù. E si impegnano di più nelle loro abitazioni: piccole attività domestiche, cura della famiglia ma anche acquisto di beni e servizi. Michael Burda, professore alla Humboldt University di Berlino, ha provato a rispondere a una domanda: come impiegano il loro tempo i disoccupati? E ha messo in fila i numeri di quattro Paesi: Italia, Germania, Stati Uniti e Australia. I risultati? Quando perdono il posto, gli italiani incrementano di circa un'ora e mezza al giorno il tempo dedicato ai lavori casalinghi, ma con una differenza marcata tra uomini e donne. I primi dedicano 41 minuti in più rispetto al tempo che spendevano quando avevano un lavoro, le seconde ben due ore in più. Non è un impiego remunerato, naturalmente, e non può alleviare il dramma della disoccupazione, ma è pur sempre lavoro. "Impossibile quantificare l'impatto sul Pil – ammette Burda – però possiamo dire che le attività casalinghe valgono in media quanto il 20% del Prodotto interno lordo di un Paese".
Mediamente un disoccupato italiano impiega "lavorando" quasi cinque ore al giorno: quattro ore e mezza nelle attività casalinghe e circa 30 minuti in attività che sono in qualche modo remunerate anche se non regolamentate. Ma sono le donne disoccupate a impegnarsi maggiormente: quasi sei ore (in gran parte lavori casalinghi) rispetto alle tre ore scarse degli uomini. Praticamente il doppio.
Gli australiani disoccupati spendono quasi quattro ore al giorni in lavori in casa, gli statunitensi quattro ore e un quarto, mentre i tedeschi sono i più "domestici", con cinque ore e mezza di attività nelle mura familiari. Un'analisi più approfondita, Burda l'ha dedicata proprio alla Germania e il risultato dimostra che i disoccupati tedeschi passano un'ora in più delle persone occupate a pulire e cucinare, dormono 30 minuti in più e trascorrono 20 minuti in più a fare shopping rispetto a chi ha un lavoro remunerato. Con quali soldi, però, lo studio non lo dice.