ECONOMIA &LAVORO

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

ARTICOLI

Evitiamo protezionismi finanziari

di George Soros (Presidente del Soros fund management)

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
24 dicembre 2009

Siamo in una fase in cui la fascia di incertezze con le quali deve fare i conti l'economia globale è insolitamente ampia. Siamo appena passati attraverso la peggiore crisi finanziaria dai tempi della Seconda guerra mondiale. Gli unici paragoni significativi sono quelli con la bolla immobiliare giapponese, che scoppiò nel 1991 (e da cui il Giappone ancora non si è ripreso) e la Grande depressione degli anni Trenta, tranne per il fatto che questa crisi è quantitativamente più ingente e qualitativamente differente.

Diversamente dall'esperienza giapponese, questa crisi non è stata confinata a un unico paese, ma ha coinvolto il mondo intero. E diversamente dalla Grande depressione, questa volta il sistema finanziario non è stato lasciato al suo destino, ma è stato tenuto artificiosamente in vita.
In realtà, le dimensioni del problema oggi sono perfino peggiori di quanto non fossero durante la Grande depressione. Nel 1929, il totale dei crediti in sofferenza negli Stati Uniti rappresentava il 160% del Pil, e arrivò al 250% nel 1932. Nel 2008 siamo partiti dal 365% (e questo calcolo non tiene conto del diffusissimo utilizzo dei derivati, che erano assenti negli anni Trenta).
Nonostante tutto, la respirazione artificiale ha funzionato. Appena un anno dopo la bancarotta della Lehman Brothers, i mercati finanziari si sono stabilizzati, i mercati azionari hanno ricominciato a crescere e l'economia sta mostrando segnali di ripresa. La gente vuole tornare alla normalità (e pensare al crac del 2008 come a un brutto sogno).

Sfortunatamente, la ripresa rischia di rimanere a corto di carburante e potrebbe addirittura essere seguita da una seconda recessione, anche se non so se questo succederà nel 2010 o nel 2011.
Non sono l'unico a pensarla così, ma sono in contrasto con l'umore prevalente. Più a lungo durerà il recupero, più numerose saranno le persone convinte che andrà avanti così. Ma a mio parere questo è un tratto tipico delle situazioni di forte squilibrio, quando le percezioni sono regolarmente in ritardo sulla realtà.
A complicare la faccenda c'è il fatto che questo sfasamento agisce in entrambi i sensi. La maggior parte della gente ancora non si è resa conto che questa crisi è diversa dalle crisi precedenti, che siamo alla fine di un'era. Altri (tra cui me) non sono riusciti a prevedere la portata del "rimbalzo".
Complessivamente, le autorità finanziarie internazionali hanno gestito questa crisi come avevano gestito le crisi precedenti: hanno salvato le banche a rischio fallimento e hanno introdotto misure di stimolo monetarie e di bilancio.

Ma questa crisi era molto più grande e applicare le stesse tecniche dei casi precedenti non ha funzionato. Il mancato salvataggio della Lehman Brothers è stato un evento che ha cambiato le carte in tavola: i mercati finanziari di fatto hanno smesso di funzionare.
I governi dunque sono stati costretti a garantire che nessun altro istituto di credito il cui collasso avrebbe potuto mettere a rischio il sistema sarebbe stato lasciato fallire. È in quel momento che la crisi si è estesa alla periferia dell'economia mondiale, perché i paesi periferici non erano in grado di fornire garanzie altrettanto credibili.
L'Europa Orientale è stata la zona più colpita. I paesi del centro hanno usato le cospicue risorse delle proprie banche centrali per pompare denaro nel sistema e garantire le passività delle banche commerciali, mentre i governi s'impegnavano in politiche di finanziamento in disavanzo per stimolare l'economia, in proporzioni mai viste prima.

Ma la convinzione sempre più diffusa che il sistema finanziario globale sia scampato al tracollo e che stiamo ritornando lentamente alla normalità è un'interpretazione gravemente errata della situazione corrente. I cocci rotti non possono essere reincollati.
La globalizzazione dei mercati finanziari che è avvenuta dagli anni 80 in poi ha consentito al capitale finanziario di muoversi liberamente per il mondo, rendendo difficile tassarlo o regolamentarlo.
Questo ha messo il capitale finanziario in una posizione privilegiata: i governi dovevano prestare più attenzione alle esigenze del capitale internazionale che alle aspirazioni dei propri cittadini. Non è stato facile opporsi a questa tendenza per i singoli paesi. Ma il sistema finanziario globale che è emerso era fondamentalmente instabile, perché era costruito sulla falsa premessa che i mercati finanziari potevano essere lasciati a loro stessi senza rischi. Ecco perché il giocattolo si è rotto ed ecco perché non può essere riparato.

I mercati globali necessitano di regole globali, ma le regole attualmente in vigore sono radicate nel principio della sovranità nazionale. Esistono degli accordi internazionali, in particolare gli Accordi di Basilea sui requisiti minimi di capitale, e c'è anche un buon livello di cooperazione fra le autorità di regolamentazione dei mercati. Ma la fonte dell'autorità è sempre lo stato sovrano.
Questo significa che non basta riavviare un meccanismo che è entrato in panne; dobbiamo creare un meccanismo di regolamentazione che non è mai esistito. Così come stanno ora le cose, in ogni paese il sistema finanziario è sostenuto e supportato dal proprio governo. Ma i governi pensano in primo luogo all'economia nazionale, e questo fa sorgere quello che potremmo chiamare "protezionismo finanziario", che minaccia di dissestare e forse distruggere i mercati finanziari globali.

  CONTINUA ...»

24 dicembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-