«Sono qui con un centinaio di imprenditori, a Cuneo, insieme a UniCredit. A quanti hanno sollevato problemi, la banca ha risposto fissando un incontro in azienda per affrontarli. La crisi è pesante e una delle soluzioni è provare a riportare le banche sul territorio». Giuseppe Morandini, presidente Piccola Industria di Confindustria è un po' più ottimista rispetto a qualche settimana fa,anche se a suo avviso l'emergenza principale del tessuto economico italiano è in questo momento sempre quella dell'accesso al credito. «La strada da percorrere è ancora lunga – spiega –e sulla moratoria bisogna accelerare rendendo operative le procedure, ma mi pare che le banche abbiano capito che il vero mercato sono le piccole imprese e le famiglie. Gli istituti di credito devono continuare a rivolgersi a noi e credo che questa presa d'atto, dopo un po' di tentennamenti, stia diventando concreta». Banche prima grandi nemiche e ora alleate dunque?
La realtà è più sfumata e Morandini ricorda che già prima dell'avviso comune sulla moratoria dei debiti Piccola Industria aveva siglato accordi quadro per sostenere le pmi, in primis con Intesa Sanpaolo. «Tuttavia – osserva – è giusto ricordare che le sedi del confronto, fino a qualche tempo fa, erano soprattutto quelli centrali. Ora stiamo provando ad invertire il trend, facendo capire alle banche che i valori da considerare non sono solo quelli del bilancio. Giusto guardare i conti delle aziende, ma altrettanto necessario è stringere le mani degli impren-ditori, guardarli negli occhi, capire che progetti di sviluppo hanno. Perché applicando in modo rigido i parametri di Basilea II ai bilanci 2009 il sistema produttivo chiude, su questo non si discute». Incontri più assidui sul territorio e accordi realizzati con le banche a livello strategico non placano tuttavia del tutto il disagio della "base", come testimoniano le iniziative di alcuni piccoli imprenditori di Varese, dai "contadini" del tessile agli artigiani che convocano Tremonti per esporre i problemi della categoria.
Un modo - chiediamo - di replicare in chiave imprenditoriale le forme di protesta estreme in stile Innse? «I problemi –aggiunge Morandini – vanno affrontati con senso di responsabilità, tanto più da parte di chi ha il dovere di porsi come classe dirigente del paese. Mi chiedo: è questa la strada per risolvere i nodi? Protestare è giusto, ma anche i metodi sono importanti e le associazioni di categoria credo siano il canale più corretto per esprimere dubbi, critiche e anche dissenso». Tremonti sbaglia, dunque ad andare a Vergiate? «Non direi, il Ministro ha dato dimostrazione di conoscere e voler approfondire i problemi. Lo ha fatto anche con noi: quando ha concesso l'agevolazione fiscale sulla capitalizzazione delle imprese, per esempio, ha ascoltato Piccola Industria. È giusto che il Ministro dell'Economia ascolti le istanze del paese».