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La crisi del 1929 e le sue false morali

di Alberto Alesina

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20 maggio 2009

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L'altro cardine delle politiche di Roosevelt fu il forte aumento della spesa pubblica, soprattutto per opere pubbliche. A giudicare dai risultati sull'occupazione sopra ricordati, tutto questo sforzo ebbe effetti molto meno straordinari di quanto normalmente si pensi. Anche altre recessioni aggredite con espansioni fiscali nel secondo dopoguerra dimostrano che i benefici della spesa pubblica, in particolare di grandi opere edili, per stimolare la crescita sono alquanto dubbi. Insomma, quello che stupisce nell'America del New Deal non è un veloce recupero dalla crisi del '29, ma un decennio di difficoltà più gravi che in altri Paesi industrializzati nella stessa epoca. I tentennamenti e le indecisioni di Roosevelt sull'abbandono del gold standard non fecero che aggravare il problema.

La lezione da trarre dalla crisi del '29 è, allora, molto diversa dalla riscoperta della regolamentazione, del dirigismo e dello statalismo.
La crisi di oggi è stata sì determinata dalle distorsioni dei mercati finanziari. Ma la gestione dell'economia ci ha messo del suo, a partire da tassi troppo bassi fissati dalla Fed nei primi anni del Duemila. Fra l'altro, molti dei leader europei che oggi si scagliano contro il capitalismo anglosassone sono gli stessi che criticavano la più prudente e saggia Banca centrale europea. E osannavano, invece, Greenspan per le sue politiche espansive, che poi, come si è visto, contribuirono alla crisi finanziaria. E se oggi, per fortuna, abbiamo in larga parte evitato gli errori di Hoover, adesso dobbiamo evitare anche quelli di Roosevelt. Protezione sociale sì, ma non reintroduzione del dirigismo e del capitalismo di Stato. Non ci deve essere una restaurazione. La lezione da trarre da questa crisi è quella che ha tratteggiato Guido Tabellini sul Sole 24 Ore del 7 maggio. Ovvero, il capitalismo dopo questo shock non cambierà. Riscriveremo alcune regole per mercati finanziari. Cercheremo di migliorare la supervisione e gli incentivi per i manager della finanza, oltre a cambiarne parecchi. Ma il capitalismo anglosassone, fondato sul mercato, continuerà a essere quello che produce piu crescita. Teniamocelo.
aalesina@harvard.edu

20 maggio 2009
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