ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

I marchi

AUDI

di Dario Aquaro

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
18 agosto 2009

L'azienda l'aveva fondata lui, eppure era stato mandato via. Si trattava di una bella impresa a carattere familiare per la produzione di automobili, la "Horch & Cie". August Horch, dopo aver lavorato alla Benz di Mannheim, l'aveva inaugurata nel 1899. Solo che dieci anni più tardi, per uno scontro con il direttore commerciale, venne allontanato. Cacciato dalla "casa" che aveva costruito a Zwickau. August scatenò una battaglia legale e ottenne dal tribunale di poter fondare una nuova azienda, portandosi dietro i tecnici e gli operai della sua ex fabbrica. La "August Horch" aprì praticamente dall'altra parte della strada. Poco dopo i giudici le imposero di cambiar nome. Non volevano sentire ragioni? Bene. August pensò come aggirarli: tradusse il suo cognome in latino. Horch ("ascolta") divenne così "Audi". Un imperativo in lingua antica che mise tutti a tacere.

Nel 1932 la critica situazione economica spinse Audi a entrare nel sodalizio dei costruttori di automobili della Sassonia, la "Auto Union" di Ingolstadt. Con lo stemma dei quattro cerchi interconnessi, Audi – i cui modelli conservarono il nome originale del marchio - riacquistò competitività, triplicando in pochi anni i dipendenti e facendosi notare per i motori sportivi. Ma era il tempo delle "utilitarie" e a trainare le case tedesche lavorava soprattutto il successo della Volkswagen, che acquistò l'Auto Union nel 1965. Per Audi fu l'inizio di una nuova primavera. Con nuovi modelli spaziosi, come l'Audi 80 e la Super 90, incrementò il suo prestigio al di fuori dei confini tedeschi. La svolta tecnologica arrivò nel 1980, quando Ferdinand Piech, nipote di Ferdinand Porsche, lasciò la casa fondata dal nonno per dedicarsi a quella di August Hoch. Fu sua l'intuizione delle quattro ruote motrici, trampolino per le successive vittorie nei rally. Poi nel 1985 Audi abbandonò l'Auto Union, ma mantenne quel simbolo con cui è conosciuta ancora oggi. E con il quale ha tagliato grandi traguardi, come quello della "24 ore di Le Mans". Dove per la prima volta nel 2006 il pubblico ha potuto "ascoltare" la vittoria di un motore diesel. Audi.

18 agosto 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-