Resistenza, affidabilità ed eccellenza. Quali parole per definire meglio le virtù di un oggetto che "protegga" il piacere sessuale? Deve aver pensato così L.A. Jackson quando scelse l'acronimo "Durex" per la sua azienda di profilattici. Durex: durability, reliability, excellence. Era il 1929 e Jackson registrava ufficialmente il nuovo marchio. Quattordici anni prima, in una piccola stanza sul retro di un negozio londinese, aveva fondato la London Rubber Company, società con cui vendeva profilattici e altri prodotti sanitari, importati per lo più dalla Germania. Negli anni trenta, la LRC di Jackson produsse i primi profilattici Durex in lattice liquido, il materiale che aveva soppiantato la gomma.
Il sesso per molta gente si associò a quel nome in "ics". L'azienda ricambiò migliorando i controlli sui prodotti (il test elettronico arrivò nel 1953) e investendo nella ricerca. Infilò una serie di record: il primo condom anatomico nel 1969, il primo lubrificato nel 1974. Fino ad arrivare al primo profilattico in poliuretano, più sottile e resistente, adatto pure a chi è allergico al lattice. La diffusione del virus Hiv negli anni Ottanta diede una forte spinta alla vendita dei condom, che arrivò fin dentro i supermercati e i bar. Durex si impose progressivamente come leader del settore. E da qualche tempo ha allargato l'offerta, con il lancio delle linee di lubrificanti, massaggiatori intimi e prodotti vibranti. Per la gioia del bilancio e il piacere dei clienti.
Oggi milioni di persone in oltre 150 paesi si abbandonano alle tre qualità fondamentali all'origine del marchio. E poco importa che "condom" derivi dal latino condus (recipiente) o dal medico di Carlo II d'Inghilterra, quel dottor Condom o Quondam, che faceva i profilattici del re con l'intestino degli animali. Per molti "condom" è solo il sinonimo di Durex.