La lampadina si è accesa in Nevada. Mario Moretti Polegato, studi da enologo e in giurispudenza, si trovava negli Usa per promuovere i vini di famiglia, impegnata nel settore agricolo e vitivinicolo. All'epoca Moretti Polegato era più avvezzo a ossigenare il vino nel decanter che a far traspirare i piedi nelle scarpe. Durante una passeggiata americana, però, infastidito da quelle suole di gomma che gli surriscaldavano i piedi, decise di forarle. Prese un coltello, bucò la suola e lasciò che il calore fuoriuscisse. L'invenzione c'era, bisognava svilupparla. Moretti Polegato lo fece nei laboratori di una piccola azienda calzaturiera di famiglia: mise a punto la nuova tecnologia e subito la brevettò.
Erano gli anni 90 e nasceva la "scarpa che respira", ma nessuna società affermata la prese in considerazione. Così Moretti Polegato continuò a fare da sé, e dopo aver superato il test del mercato con una linea di calzature per bambino, migliorò il prodotto e avviò la produzione a livello industriale. Il nome del marchio nacque dall'incontro tra natura e cultura. "Geox": dall'unione tra "geo" (la "terra" delle lettere classiche) e "x" (lettera-simbolo dello sviluppo tecnologico). L'azienda non smise mai di innovare, e sperimentò la sua tecnologia anche sugli indumenti. Non era più solo la scarpa a traspirare, ora c'erano anche giacche, giacconi, giubbotti. E i Geox shop cominciavano la conquista dei mercati internazionali, diffondendosi nelle varie capitali straniere: nel novembre 2005 fu inaugurato a New York il megastore di Madison Avenue. Un anno prima la Geox era stata quotata alla Borsa di Milano. Di recente l'innovazione ha raggiunto lo sport, con le scarpe "supertraspiranti": un successo arrivato tenendo sempre i piedi per terra. Lì dove si incontra la tecnologia.