Un'esclamazione di gioia, un acronimo sofisticato, una citazione letteraria. "Yahoo!" è nato nel campus dell'università di Stanford, dove David Filo e Jerry Yang, dottorandi in ingegneria elettronica, avevano creato negli anni Novanta uno strumento per facilitare la ricerca sul web, la "Jerry's guide to the world wide web". Il software era ospitato sui loro computer, battezzati "akebono" e "konoshiki" in onore a due leggende della lotta sumo hawaiana. Quel motore di ricerca diventava sempre più imponente e difficile da gestire, Filo e Yang ne avevano sviluppato il software e nel 1994 cambiarono il nome in "Yahoo!", acronimo di «Yet Another Hierarchical Officious Oracle» (ancora un altro oracolo ufficioso strutturato gerarchicamente).
L'ispirazione era arrivata dalla letteratura inglese, dall'ultimo dei viaggi di Gulliver, in cui l'esploratore di mondi incontra nella Houyhnhnmland – terra di cavalli educati e intelligenti – una popolazione di bestie irrazionali, avide, tetre e ripugnanti. Chiamate Yahoo. «Spesso riuscii a distinguere la parola Yahoo, che fu ripetuta dall'uno e dall'altro numerose volte; e ancorché mi fosse impossibile indovinarne il significato, pure mentre i due cavalli erano assorti nella loro conversazione io mi sforzai di esercitare la mia lingua al suo suono; e quando tacquero, arditamente pronunciai la parola Yahoo ad alta voce, imitando al tempo stesso per quanto potei il nitrito di un cavallo». Gulliver fu il primo a pronunciare quel grido che avrebbe fatto furore nella Silicon Valley. Ma il nome non avrebbe potuto nascere senza punto esclamativo. Quella che può sembrare una leziosaggine è stata invece una necessità: il marchio "Yahoo" era già depositato, occorreva una piccola modifica. Fu trovata nel segno che presto diventò l'emblema del gruppo. Nel 1995 Marc Andressen, cofondatore di "Netscape Communications", propose a Filo e Yang di trasferire i loro file sui potenti server della sua società. Così "Yahoo!" si impose al mercato. E oggi decine di milioni di utenti ogni mattina aprono la pagina web e lanciano lo stesso "grido di gioia".