Basta con le promesse generiche: Confindustria ora chiede con forza al governo impegni precisi con tempi precisi. Riforma del fisco, taglio alla spesa pubblica improduttiva e soldi per infrastrutture, ricerca e innovazione. Lo ha affermato il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, concludendo il convegno biennale del Centro studi Confindustria. «Vogliamo impegni precisi con tempi precisi. Non chiediamo solo le riforme che sono le solite e che purtroppo in questo paese non sono mai state fatte, chiediamo al premier Silvio Berlusconi, tempi precisi. Chiediamo da subito da qui a fine anno un piano serio per tagliare la spesa pubblica improduttiva».
Marcegaglia ha insistito inoltre sul tema del taglio delle tasse - in convergenza con l'intervento del premier Berlusconi - chiedendo un immediato sostegno in questo senso, soprattutto per «chi tiene in piedi il paese» cioè imprese e lavoratori. Il presidente degli industriali, replicando a Berlusconi, ha detto che non si può aspettare tre anni per la riforma del fisco ma bisogna fare qualcosa subito a partire dal taglio dell'Irap. «Le tasse vanno abbassate», ha detto Marcegaglia. La situazione fiscale in Italia è molto problematica, c'è un'enorme evasione fiscale e chi paga le tasse ne paga una quantità insostenibile. Bisogna mettere mano alla riforma è un fatto molto importante. Fare la riforma nel triennio - ha proseguito - è importante e noi collaboriamo ma non possiamo aspettare tre anni vogliamo vedere qualcosa subito. Serve abbassare le tasse su chi tiene in piedi il Paese: le imprese e i cittadini». E in particolare come primo passo tagliare
l'Irap.
Gli industriali chiedono 2,5 miliardi di investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione entro fine maggio. «Siamo fermi - ha proseguito il numero uno di Confindustria - perchè siamo stati colpiti fortemente dalla crisi, in questi due anni abbiamo perso il 6% di Pil ma in realtà abbiamo smesso di crescere da 10 anni e la ricchezza per ogni persona in Italia è diminuita rispetto all'Unione Europea del 7 per cento. Non è solo la crisi di questi due anni ma un processo di più lungo termine. Dobbiamo fermare questo processo perchè meno crescita vuol dire più problemi per l'occupazione e per l'economia».
A stringere i denti, ha proseguito Marcegaglia, non possono essere più solo cittadini e le imprese, anche il governo deve fare la sua parte tagliando la spesa pubblica improduttiva: entro il 2010 questo taglio deve essere pari all'1% del Pil per tre anni e chiede all'esecutivo un «piano triennale» di taglio di spesa corrente. «Chiediamo a fine anno - ha affermato la leader di Confindustria - un piano per tagliare la spesa improduttiva. Vogliamo un impegno preciso per il taglio di spesa corrente all'anno pari all'1% di Pil per tre anni».
Confindustria, attraverso il suo presidente, lancia una sfida: far crescere il prodotto interno lordo del 2% l'anno in tre anni e questo significa molti posti di lavoro in più. «È venuto il momento di cambiare per poter tutti insieme riprendere a crescere. Lanceremo la sfida - ha affermato Marcegaglia - di una crescita del 2% di Pil all'anno per tre anni e questo vuol dire 50 miliardi di euro in più di ricchezza e 700.000 posti di lavoro in più. È una sfida importante che tutti noi dobbiamo portare avanti».
Al presidente del Consiglio, Marcegaglia ha chiesto un impegno «molto forte anche a livello europeo» nei confronti delle banche, perchè «se non riaprono i rubinetti del credito andiamo tutti a fondo». «Chiediamo un impegno importante a favore dell'industria», ha ribadito la presidente degli industriali.
Trichet: bene Tremonti, ma l'Italia ha bisogno di riforme
«Nell'area euro ci attendiamo una crescita moderata nell'anno corrente». È questa la previsione del presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet durante il suo intervento al convegno di Confindustria a Parma. «Mentre entriamo nel secondo trimestre del 2010, l'economia globale ha solo iniziato a emergere da un periodo prolungato di caos. Il recente declino nel commercio internazionale è stato forte, rapido e eccezionalmente sincronizzato. Questo significa che la ripresa in Europa è probabilmente incerta, e diseguale nelle diverse regioni, paesi e settori economici dell'Ue». Il governatore ha espresso un giudizio positivo sull''Italia e la sua politica di bilancio nel medio termine: «Il ministro dell'Economia ha resistito alle pressioni per l'introduzione di stimoli fiscali che vadano oltre l'alleggerimento che deriva dall'azione degli stabilizzatori automatici. Questa è una strategia appropriata, dato il suo scottante debito pubblico e in prospettiva della sua evoluzione nel lungo termine». Anche le banche italiane hanno superato la crisi grazie a «un elevato livello di lucidità». Bisogna comunque sottolineare, aggiunge Trichet, che c'è esitazione da parte degli istituti bancari europei nella concessione del credito alla imprese anche se l'Italia fa parte dei Paesi in controtendenza.
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