Come Renée. La portinaia sciatta, bruttina e teledipendente, che passa la giornata nella guardiola del numero 7 di rue de Grenelle, a Parigi. Dovrà arrivare monsieur Ozu, un ricco giapponese, per smascherare la sua identità di coltissima autodidatta, che adora la filosofia, la musica e l'arte del Giappone.
È un personaggio in incognito la protagonista del libro L'eleganza del riccio. Così come sono in incognito, troppo spesso, le centinaia dei piccoli imprenditori italiani che hanno nomi sconosciuti ma prodotti di qualità, innovativi. Aziende sparse negli angoli dello Stivale, che riescono ad essere leader nel mondo.
Si è riproposto di scoprirle Alessandro Laterza, presidente degli industriali di Bari. Di farle conoscere e metterle in rete, perché facciano sistema. Ed è così che a ottobre è cominciata una serie di incontri che Laterza ha battezzato «L'eleganza del riccio», mettendo ogni volta attorno al tavolo una cinquantina d'imprenditori.
«È stata l'opportunità per ritrovarmi nel distretto della meccanica pugliese», racconta Michele Sanseverino. Ha cominciato con la manutenzione d'impianti di filtrazione dell'acqua. Nel 2005 un primo brevetto: un meccanismo fisico per separare l'acqua dall'olio. Questa piccola azienda (fattura 2 milioni), ha già aperto un ufficio in Oman, negli Emirati, a Istanbul e tra qualche giorno lo farà in Australia. Già c'è il progetto di ampliare lo stabilimento nel 2010, assumere 30 persone e creare una filiera produttiva locale.
Filiere, reti, consorzi, per realizzare economie di scala, innovare, andare all'estero: sono i denominatori comuni delle riunioni. Ce ne sono state due prima di Natale, si proseguirà nel 2010.
C'è già chi si muove con progetti all'avanguardia. È il caso della Itel Telecomunicazioni: con la divisione Itelpharma si è concentrata su radiofarmaci e impianti di diagnostica per immagini. È su iniziativa del fondatore dell'azienda, Leonardo Diaferia, classe 1956, che il 21 gennaio è partito il primo master in radio-farmacia, in collaborazione con l'Università di Bari. Sono già stati finanziati dottorati per giovani pugliesi presso il San Raffaele di Milano e il M.D. Anderson cancer center di Houston, oltre ad alcuni stage post laurea in azienda (tutti assunti). «Cerchiamo di creare una filiera intensificando il rapporto con il pubblico e con il privato», continua Diaferia, sottolineando che in Puglia, con la presenza di multinazionali come Sanofi Aventis, Merck e altre società sparse sul territorio, ci sono le premesse per far decollare la farmaceutica in una logica di distretto.
Attorno al tavolo anche Giuseppe Benagiano, titolare di un pastificio che porta il suo nome. La pasta può essere protagonista di grande innovazione: ci sono voluti due anni di ricerca, racconta, per testare una pasta speciale con effetti benefici su chi soffre di diabete. E nel 2010 sarà lanciata una pasta alla curcuma, una sostanza anticancerogena. Prodotti di nicchia: l'azienda fattura 300mila euro e vende in pochi selezionati negozi per gourmet di tutto il mondo. Benagiano vuol crescere, ma non più di tanto, per mantenere qualità e artigianalità. Ha comprato il terreno per un nuovo stabilimento: dalle 120 tonnellate l'anno l'obiettivo è passare a 500 tonnellate. E poi, potenziare la presenza all'estero, unendosi con produttori di oli, vino e altre eccellenze alimentari pugliesi.
A tutti questi "ricci" Laterza regalerà con dedica il libro. E ne farà un altro, stampato dalla sua casa editrice, con le loro storie.
