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Zani: lavoro per due mesi poi si vedrà

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27 Gennaio 2010

Ha ordini per due mesi. Un'incertezza che non c'è mai stata in passato. L'ufficio commerciale ha in piedi una serie di trattative, sempre meglio del telefono in silenzio dei mesi scorsi. Ma la conclusione è tutta da vedere. Intanto quasi 30 dipendenti su 40 da settembre sono in cassa integrazione. E l'azienda sta lavorando ad una capacità produttiva di un terzo.

L'impatto della crisi arriva ora per Ennio Zaffaroni, amministratore delegato della Zani, che produce presse meccaniche in provincia di Como. Impresa familiare, con 50 anni di storia alle spalle, protagonista di quel comparto delle macchine utensili, fiore all'occhiello della meccanica italiana, e che ora vive la fase più difficile da quando è nata.

Nel 2009, racconta Zani, l'azienda ha tenuto: il fatturato è sceso dai 10 milioni di euro dell'anno precedente a 7 milioni. «Ma il 2008 è stato un anno eccezionale, quindi il ridimensionamento poteva essere essere fisiologico». Il problema è che l'anno scorso a reggere la produzione sono stati gli ordini arrivati in precedenza: «Per un impianto come il nostro occorrono dai 4 ai 12 mesi dall'ordine alla consegna». Neanche la Tremonti ter, che subito dopo l'approvazione sembrava dover smuovere le acque, nell'incertezza dei mesi scorsi, ha avuto effetti positivi sugli ordini.

Ora la produzione è garantita per due mesi. Poi si vedrà. Segnali di ripresa non se ne colgono: la Germania, principale cliente delle nostre macchine utensili, è ancora ferma, dice Zaffaroni. Si muove qualcosa in Francia e nell'Est Europa. E intanto ad insidiare la leadership delle imprese italiane stanno arrivando la Cina e Taiwan: «Nei mesi scorsi ero in Brasile, ad avviare trattative con imprese locali. Alla fine non hanno scelto me, ma un produttore dell'Est asiatico. Hanno migliorato la loro tecnologia e acquistano la componentistica sul mercato: sono concorrenti temibili». Questione di prezzo e di un'innovazione che gli italiani hanno spinto molto avanti, ma che non sempre il mercato vuole ed è disposto a pagare.

Senza una boccata d'ossigeno il 2010 si prospetta nerissimo. Sarebbe utile una proroga della Tremonti ter, a lungo termine: «per ordini fatti fino a dicembre di quest'anno e consegne che possono arrivare fino alla fine del 2011». Ma non solo: anche una rottamazione delle macchine utensili darebbe una spinta al settore.

Due interventi importanti per ridare fiato alla domanda interna. Ma anche all'estero è difficile: la Zani esporta l'80% del fatturato. «Bisogna riuscire a presidiare i mercati. Se si esce, lasciando spazio alla concorrenza, rientrare è impossibile».

Ora Zaffaroni sta cercando colleghi con cui aggregarsi, per rafforzarsi e realizzare economie di scala. Finanziariamente è solido: «L'azienda è patrimonializzata, ma certo, se dovesse continuare questa situazione, allora arriverebbero inevitabilmente anche i problemi finanziari». (N. P.)

27 Gennaio 2010
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