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Auto, dalla Ue via libera agli incentivi italiani

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2 marzo 2009

La Commissione europea ha dato oggi il suo 'nulla ostà al piano di incentivi varato dall'Italia per sostenere le vendite di auto, di elettrodomestici, mobili e computer.
Le delucidazioni e le assicurazioni fornite da Roma venerdì scorso in risposta a una richiesta di chiarimenti avanzata da Bruxelles il 20 febbraio, sono state giudicate «soddisfacenti» dal portavoce del commissario Ue alla concorrenza Neelie Kroes.
Il quale ha spiegato che l'esecutivo comunitario ha preso atto che, da parte italiana, è stato espresso l'impegno a offrire i sostegni previsti dal decreto legge sugli incentivi «a tutte le aziende interessate e quindi non solo a quelle che firmeranno i protocolli» contemplati all'articolo 2 del provvedimento.
L'Italia, ha detto ancora il portavoce, ha così assicurato che nelle misure prese «non ci sono aspetti discriminatori» nè aiuti di Stato che violino le regole comunitarie. In ogni caso Bruxelles continuerà a monitorare l'applicazione del provvedimento per verificare che in questo ambito non trovino spazio distorsioni della concorrenza o altre violazioni del diritto comunitario.
I dubbi di Bruxelles - sorti in seguito a «notizie di stampa», come detto il 20 febbraio scorso dal portavoce di Kroes - si erano concentrati soprattutto sulla parte del provvedimento che prevede la firma di protocolli tra governo e aziende interessate, ovvero produttrici dei beni che beneficiano degli incentivi.
Nella loro risposta, le autorità italiane hanno evidenziato che il provvedimento prevede solo la «promozione» della sigla di protocolli 'socialì con le aziende al fine di favorire l'occupazione. E che questa azione non è in alcun modo propedeutica alla concessione degli incentivi.
Sabato scorso era toccato alla Francia ottenere il via libera di Bruxelles a un piano di prestiti alle industrie automobilistiche finito nel mirino Ue con l'accusa di contenere misure protezionistiche.
Mentre oggi a beneficiare del nulla osta della Commissione, in base a una procedura analoga a quella seguita per l'Italia, è stata la Spagna con il suo piano di incentivi. Anche in questo caso, infatti, il portavoce di Kroes ha annunciato che, sulla base delle informazioni ricevute da Madrid, gli aiuti destinati alle aziende costruttrici non le obbligano ad evitare ogni delocalizzazione. E quindi non violano le norme Ue

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