Un bel zero in emissioni. È questo il... voto che Mitsubishi vuole meritarsi prima di tutti, lanciando già l'anno prossimo sul mercato giapponese la i-Miev (Mitsubishi electric vehicle), una cinque porte lunga 3,4 metri caratterizzata da un'abitabilità prodigiosa.
È un debutto che la casa dei Tre Diamanti sta preparando da tempo: ben sette infatti sono i programmi di test su strada portati avanti in Giappone e in vista c'è lo sbarco in Europa e Usa con le stesse modalità. Sono stati infatti già fissati due accordi in California, uno in Islanda e un altro persino in Nuova Zelanda, ma Parigi dovrebbe essere il punto di approdo per portare la i-Miev sulle strade del Vecchio Continente nel 2010.
Proprio alla fine del decennio la Mitsubishi fissa il raggiungimento degli obiettivi del suo «Environmental initiative programme» del quale fanno parte, oltre alla propulsione elettrica, un approccio olistico finalizzato a ridurre le sostanze inquinanti in tutti i segmenti di cui si compone il processo logistico e produttivo.
Dei piani fanno parte sia la nuova Colt «Clear Tech» in arrivo l'anno prossimo con lo Stop&Go che riduce del 10% le emissioni di CO2, sia i motori flexfuel a bioetanolo (già lanciati in Brasile e in rampa per gli Usa) e una famiglia di diesel 4 cilindri "fatta in casa" e annunciata per il 2009: un 1.8 litri e un 2.0 con turbocompressore dotato sia di turbina sia di compressore a geometria variabile. Non per questo la collaborazione con Peugeot-Citroën (che fornisce il 2.2 per la Outlander) si fermerà, anzi si svilupperà proprio sull'elettrico, come previsto da una lettera di intenti firmata nello scorso giugno.
Nel frattempo Mitsubishi ha già messo tutti i tasselli al loro posto: ha provato per due anni su strada il pacco di batterie al litio da 330 Volt e ha stabilito con Mitsubishi Corporation (34%) e Yuasa (51%) la Lithium energy Japan, una joint-venture da 2 miliardi di yen (12,8 milioni di euro) che da marzo 2009 produrrà su scala industriale i 2mila pezzi previsti per il primo anno, con prospettive di raddoppio del capitale e di rapida crescita nei volumi.
La i-Miev promette meraviglie: un'autonomia di 160 km e la possibilità di ricaricarla alla presa di casa in sette ore, con costi di esercizio pari a un nono di una city car tradizionale. Ma si potrà anche fare l'80% del "pieno" in 30 minuti dalle colonnine pubbliche che ancora latitano in quasi tutte le città italiane.
Un problema infrastrutturale sicuramente inferiore a quello dell'idrogeno, tecnologia sulla quale Mitsubishi continua a lavorare, ma che è rimandato con un zero in emissioni, ma anche (almeno per ora) in fattibilità.