Elettrico? Ibrido? Metano? A Wolfsburg si dicono pronti a qualsiasi alternativa ecologica. Ma ribadiscono la convinzione che il diesel, nelle sue declinazioni più evolute, sia la scelta più giusta per realizzare in tempi brevi il difficile cocktail di buone prestazioni ed elevato rispetto ambientale. È questa, sostanzialmente, la posizione del gruppo Volkswagen, che non a caso ha svelato a Parigi anche la Passat Tdi in versione Bluemotion, il nuovo brand che identifica i modelli Vw a ridotto impatto ambientale.
A confermare, però, che nulla viene lasciato al caso giunge la nuova generazione del "cavallo di battaglia" della marca, la Golf VI. Che non è solo un modello fondamentale, ma anche una specie di manifesto tecnologico per oggi e per domani. Il turbo 1.4 a benzina da 160 Cv, una delle motorizzazioni di lancio, ha entusiasmato dimostrando sul campo quanto sia valida la teoria del downsizing per ridurre i consumi senza mortificare le performance. Non mancano neppure le anticipazioni "ravvicinate" come la bifuel a benzina e Gpl e la Ecomotion che emette 99 g/km di CO2, entrambe destinate a entrare a listino nel 2009. La nuova arrivata propone anche ipotesi di lavoro più futuribili come la Twin Drive, una Golf ibrida "plug in" che si ricarica dalla presa di corrente, assicura un'autonomia di 40-50 km in modalità solo elettrica ed è quasi pronta all'impiego sperimentale.
Ibrido al centro delle attenzioni anche all'Audi. Se la casa degli anelli ha deciso di riviarne a data da destinarsi l'utilizzo sulla Q7 è solo perché toccherà alla Q5 (più compatta e quindi più "socialmente" accettabile) tenere a battesimo questa tecnologia.
E a chi, soprattutto in Germania, rimprovera a Volkswagen di essere in ritardo sulle strategie ambientale, il numero uno Martin Winterkorn ricorda che «dieci anni fa abbiamo proposto Vw Lupo, Seat Arosa e Audi A3 con lo Stop&start oggi sbandierato da tanti costruttori». Era la famosa auto da 3 litri per 100 km. Ai tempi non se la filò quasi nessuno.
(G.Bo)