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10 dicembre 2009


La situazione
I dati occupazionali migliori delle attese negli Stati Uniti hanno alimentato le speranze che la ripresa dell'economia stia procedendo più velocemente del previsto. Una visione confermata da molti indicatori anticipatori, che si sono mossi ultimamente nella stessa direzione. La Banca centrale europea, pur rivedendo al rialzo le sue previsioni, in occasione della riunione della scorsa settimana ha sottolineato il clima di estrema incertezza che ancora regna e la possibilità di nuove ricadute a cui potrebbe andare incontro l'appena iniziata precaria ripresa. A immediata conferma dei timori è giunto il declassamento del debito sovrano greco da parte dell'agenzia Fitch.

L'Euribor
Se l'effetto della crisi che minaccia la Grecia è stato praticamente nullo sull'Euribor, con i fixing sulle varie scadenze 1-12 mesi che si mantengono vicini ai minimi storici, altrettanto non si può dire per quel che riguarda le attese per l'Euribor 3 mesi ricavate dalle quotazioni dei tassi future, che sono scese in modo significativo su tutte le scadenze. L'Euribor 3 mesi (fixing oggi, 9 dicembre, a 0,715%), che solo venerdì scorso era atteso all'1,20% a giugno 2010, all'1,89% a dicembre 2010 e al 2,72% a dicembre 2011, si è ridotto rispettivamente all'1,10%-1,73%-2,58%. I mercati stanno quindi rivedendo al ribasso le attese per l'Euribor nei prossimi 2 anni in virtù di una ripresa economica che potrebbe essere decisamente modesta e densa di incognite (Grecia, Dubai, Illinois) anche per via del ridimensionamento di molte misure di stimolo fiscale e monetario necessario per non far esplodere i bilanci pubblici. L'inflazione non dovrebbe inoltre rappresentare un problema nei prossimi anni, come confermato anche dalla Bce. Chi ha quindi un mutuo a tasso variabile potrebbe veder prolungarsi il periodo di tassi bassi con una risalita decisamente più graduale di quanto atteso poco tempo fa. Per assistere a un ulteriore calo delle attese sull'Euribor sarebbe tuttavia necessario che i prossimi dati macroeconomici fossero decisamente negativi o che si andasse incontro a un non auspicabile nuovo aggravamento della situazione del debito pubblico a livello globale.

Irs
L'effetto del declassamento del debito sovrano greco si sta facendo sentire sui mercati spingendo gli operatori alla ricerca di porti sicuri dove cercare riparo in questo ultimo scorcio di anno. Il titolo rifugio per antonomasia in Europa, il Bund decennale tedesco, è così stato comprato a piene mani e questo ha comportato un calo del rendimento dal 3,24% di venerdì scorso al 3,14% di oggi; il tasso Irs 10 anni, legato al Bund, lo ha seguito parzialmente scendendo dal 3,49% al 3,42%. Il ribasso dei Future Euribor è stato replicato da quello delle scadenze Irs 2-3-5 anni, venerdì rispettivamente all'1,83%-2,24% e 2,74% e oggi all'1,73%-2,12% e 2,65%. I dubbi sull'entità della ripresa e la prospettiva di uno scenario di inflazione non preoccupante dovrebbero costituire un valido deterrente per importanti movimenti al rialzo dei tassi a medio lungo termine. L'Irs 20 anni per esempio, oggi al 3,93% tra un anno è atteso dal mercato al 4,05%.

A cura di Aritma I.F.

10 dicembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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