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Il ritorno dell'auto elettrica

di Marco Magrini

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22 marzo 2010

Who killed the electric car? Chi ha ucciso l'auto elettrica? È il titolo di un documentario di qualche anno fa – oggi facilmente reperibile su YouTube – che narra le gesta della EV1, un'auto elettrica prodotta nel 1996 dalla General Motors, data esclusivamente in affitto a pochi (ricchi e fortunati) residenti della California e dell'Arizona, i due Stati che allora avevano le più stringenti norme anti-inquinamento. Senonché, nel 1999, la casa di Detroit smette di produrle, le ritira ai felici possessori e, letteralmente, le distrugge.
The comeback of the electric car? Siamo al ritorno dell'auto elettrica? È invece il titolo di un più prosaico rapporto del Boston Consulting Group appena pubblicato – facilmente reperibile via Google – dove la società di consulenza compara la potenziale domanda di veicoli a bassa o bassissima emissione di carbonio, con l'offerta commerciale e tecnologica che «praticamente tutte le case automobilistiche del mondo» si apprestano a lanciare sul mercato. La EV1 è un caso limite. I critici (fra i quali il regista del citato documentario) lasciano intendere che Gm aveva realizzato quell'auto senza crederci, ma gli estremisti sono più espliciti: la lobby del petrolio remava contro. Allora Gm rispose che i costi erano troppo alti. Resta comunque curiosa la totale distruzione di quel modello così ben disegnato, efficiente, silenzioso e ricaricabile con la corrente di casa.
Oggi, l'era dell'auto elettrica sembra finalmente più vicina. Il Boston Consulting Group (Bcg) elenca i motivi che stanno spingendo le case automobilistiche: «I governi che impongono regole sempre più stringenti sulle emissioni, le preoccupazioni per la sicurezza energetica, i prezzi del petrolio che salgono e l'approvazione del pubblico per il brand più verde». Quanto basta, per «rivedere interamente i sistemi di propulsione». Certo, non c'è solo la propulsione a elettroni, come quella della mitica EV1. Sono allo studio carburanti alternativi e si attendono ulteriori rivoluzioni nell'efficienza del motore a combustione interna. Ma nulla è attraente come l'auto elettrica. E Bcg compara le varie soluzioni. Con le tecnologie attuali, il full hybrid attualmente costa circa 7mila dollari in più di un'auto tradizionale, ma verso il 2020 – con il calo dei costi dei componenti – sarà sempre caro, ma più economico. Il plug-in hybrid, la versione ricaricabile con la presa elettrica del garage, costerà di più perché avrà bisogno di una batteria al litio più grande. Ma la sola batteria per un veicolo full electric, secondo Bcg, anche nel 2020 costerà sempre 14mila dollari.
Quanto basta, per concludere che la strada sarà comunque in salita. Sorge quindi una terza domanda: «Chi pagherà per l'auto elettrica?». «Secondo i nostri calcoli – si legge nel rapporto – nel 2020, solo in Europa, i costi di produzione connessi con i nuovi sistemi di propulsione ammonteranno all'impressionante cifra di 49 miliardi di dollari. E altri 21 miliardi di investimenti saranno necessari per costruire le necessarie infrastrutture per la ricarica, vicino a case, hotel e shopping center». Come dire che, nei prossimi anni, solo i consumatori che dispongono di una visione ambientalista e di un bel conto in banca potranno alimentare il sogno dell'auto a elettroni. In realtà, il rapporto mette le mani avanti: «A meno di nuove rivoluzioni tecnologiche nella costruzione delle batterie». Il che, francamente, è assai probabile che accada, visto il forte impegno delle imprese (non solo automobilistiche) e dei governi (Cina e America in particolare).
Comunque, allo stato attuale delle cose, c'è poca scelta: devono intervenire le politiche nazionali. «I costruttori da soli non possono farcela. Danimarca, Francia e Israele hanno già lanciato interessanti piani di incentivazione, che potrebbero accrescere la competitività delle loro utilities e delle loro case automobilistiche. Ma, a meno che altri governi non si muovano rapidamente per incentivare l'acquisto da parte dei consumatori, e per garantire agli investitori la necessaria infrastruttura a prezzi abbordabili, quella dell'auto elettrica potrebbe solo un'altra falsa partenza».
marco.magrini@ilsole24ore.com

22 marzo 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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