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La piastrella? Si converte

di Luca Salvioli

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21 luglio 2009

Tre obiettivi ambiziosi. Primo: rendere il fotovoltaico un elemento di design, spingendolo persino sui tetti delle aree di interesse storico. Secondo: dare nuova linfa e continuità produttiva al mercato della ceramica, riconvertendo parte delle macchine alla produzione di tegole fotovoltaiche. Terzo: gettare le basi per la declinazione nostrana della green economy. La piena fase industriale partirà a settembre. Ma Area Industrie Ceramiche, maggiore polo produttivo dell'Italia centro-meridionale con sede ad Anagni, in provincia di Frosinone, è titolare del primo brevetto di tegola fotovoltaica già dal 2008. «Per il momento abbiamo avviato la produzione artigianale in una fornace veneta e nel nostro stabilimento, con una capacità di mille pezzi al giorno», spiega il presidente Francesco Borgomeo. In Toscana, in Veneto e nel Lazio ci sono già diverse installazioni, in particolare in quelle aree dove ci sono vincoli storici o paesaggistici che ostacolano l'ingresso del fotovoltaico tradizionale.

La storia è iniziata qualche anno fa. «Nel 2000, nel corso della ristrutturazione del Castello di Acquabella, in Toscana, ci siamo resi conto che sulle tegole dei tetti c'era spazio che poteva essere riempito". Come? Con le celle fotovoltaiche. Nel 2004 la richiesta di brevetto, quattro anni dopo, con una certa pazienza, il via libera. Le tegole sono di due tipi: di argilla tradizionale per le aree con vincoli paesaggistici, di gres porcellanato per tutti gli altri casi. «Il vantaggio del gres è che è solido, robusto e flessibile – continua Borgomeo –. Fonde a 1200 gradi, mentre la terracotta tradizionale a 600. È un materiale freddo, che consente al pannello fotovoltaico sovrastante di lavorare alla massima efficienza». Il prodotto finale è il risultato della collaborazione, in fase di ricerca e sviluppo, con Marazzi, primo produttore al mondo di ceramica, e Jabil, colosso americano che generalmente mette le mani nel BlackBerry, ma in questo caso realizza le celle e la parte di connessione.

La tegola fotovoltaica può rappresentare un'occasione di riconversione industriale per l'intero mondo della ceramica, uno dei fiori all'occhiello del "Made in Italy". «Sono convinto che possa rappresentare un'opportunità per l'intera filiera – dice Borgomeo – che sta vivendo un momento difficile con la produzione in eccesso. Non si tratta solo delle tegole fotovoltaiche, il gres porcellanato apre nuovi spazi per le tegole in generale. Basti pensare che con questa tecnica possono essere smaltate del colore desiderato». Il polo di Anagni, attivo da più di trent'anni, da settembre metterà in pratica questo principio con la conversione del 40% delle macchine. E coprendo il tetto delle fabbriche delle stesse tegole, trasformerà l'energia del Sole in elettricità. «Partiremo con una singola linea produttiva da due milioni di pezzi l'anno – spiega Borgomeo –. Abbiamo ordini per 5 milioni di euro. Grandi multinazionali, comuni e aree costiere». La domanda maggiore è a livello residenziale. Per raggiungere i 3 KW di picco di un'abitazione media, occorre una copertura di circa 275 tegole che coprono 38 metri quadrati esposti alla luce del Sole. L'investimento, per la famiglia, è di circa 14mila euro.
luca.salvioli@ilsole24ore.com

21 luglio 2009
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