ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

Frontiere

Normativa

Business

Risparmio

Società

Conferenza di Copenhagen

Enel Green Power dà la scossa al business

di Jacopo Giliberto

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci

Per chilowattora prodotti, la più grande azienda al mondo nelle energia rinnovabili è Enel. Soprattutto per la storia che ha alle spalle, e per la storia del l'elettrificazione italiana. Oggi – messa alle strette dai pesanti investimenti internazionali – l'Enel comincia a vedere nelle fonti rinnovabili di energia non solamente uno strumento di produzione di chilowattora ben pagati, ma anche una risorsa finanziaria. Appena costituita, l'Enel Greenpower nasce già con l'obiettivo di trovare soci e con l'ipotesi di una quotazione in Borsa ad azionariato diffuso.

La storia comincia con la prima grande elettrificazione, quella di cent'anni fa quando – insieme con la geotermia toscana – le Alpi e gli Appennini furono punteggiati da dighe, briglie e traverse per usare l'acqua nelle prime centrali idroelettriche. La storia italiana dell'idroelettrico si fermò di colpo nel 1963, quando tutte le centrali italiane delle aziende private (l'Edison, la Società meridionale di elettricità Sme, la Società idroelettrica piemontese Sip, la veneziana Sade) furono nazionalizzate e nacque l'Enel. Ma la fase dell'acqua non finì perché nacque l'Enel. Successero altri eventi. Il primo avvenimento fu il boom economico. Negli anni 60 le centrali idroelettriche non bastavano più per far girare le fabbrichette che invadevano la Brianza e far marciare le lavatrici che gli italiani compravano a migliaia ogni giorno. Il secondo elemento era il valore del terreno. Fino agli anni 60 non era difficile sgombrare i pastori e le attività rurali per allagare le vallate con bacini artificiali. Oggi le vallate italiane sono abitate e produttive, o aree da proteggere e conservare. Un terzo evento aveva fermato l'energia idroelettrica in Italia: la "Cernobyl dell'idroelettrico", quando nell'ottobre '63 una montagna franò nel bacino del Vaiont (2mila morti).

«Oggi non si può più pensare di investire in nuovi grandi impianti idroelettrici – osserva Francesco Starace, a capo del l'Enel Greenpower – perché non ci sono in Italia le condizioni. Piuttosto, investiamo per migliorare il rendimento delle centrali storiche che ci sono già, nel migliorare le risorse geotermiche e soprattutto nelle nuove fonti rinnovabili, come il segmento eolico oppure il solare».

L'Enel Greenpower è appena nata, ma non è la prima volta. Già una decina d'anni fa l'allora amministratore delegato Franco Tatò aveva creato Erga, che poi negli anni di Paolo Scaroni era diventata Greenpower e infine fu fusa nell'Enel. L'Enel Greenpower di oggi è la società più internazionale al mondo tra quelle che producono chilowattora verdi. Conta centrali per 4.500 megawatt, di cui 2.500 in Italia. Gli insediamenti principali sono in America del Nord (Stati Uniti, Canada e Messico), in America centrale e del Sud (Guatemala, Costarica, Salvador, Panama, Cile e Brasile). In Europa ha molte centrali eoliche in Spagna tramite il 50% della joint venture Union Fenosa Renovables, e in Francia, Grecia, Bulgaria e Romania. Per produzione (17 miliardi di chilowattora prodotti nel 2008) e fatturato è la società numero uno al mondo, mentre per megawatt "verdi" istallati la prima al mondo è la spagnola Iberdrola con 7.500 megawatt eolici (l'eolico produce chilowattora soltanto quando soffia vento).

Il fatturato 2008 si aggira su 1,8 miliardi, con un ricco Ebitda sopra 1 miliardo di euro; per quest'anno le previsioni fanno pensare a ricavi sopra i 2 miliardi e un Ebitda sugli 1,2 miliardi.
«Ci possiamo permettere di reinvestire ogni anno il 60-70% dell'Ebitda perché, rispetto ad altre aziende, siamo meno dipendenti dal debito per finanziare la crescita», commenta Starace. Tra i prossimi investimenti, l'Enel Greenpower si prepara a produrre "in casa" i pannelli solari. Entro fine mese dovrebbe essere pronto lo studio di fattibilità per costruire a Catania una fabbrica di chip fotovoltaici insieme con la Sharp e la St Microelectronics. E poi c'è il programma di aprire a nuovi azionisti. Il primo passo sarà vendere a grandi investitori una quota tra il 30 e il 40% di Greenpower, ma appena il mercato sarà più incoraggiante si potrà quotare in Borsa con un'Opv un'altra fetta destinata ai piccoli investitori. Senza cedere, beninteso, la maggioranza.
jacopo.giliberto@ilsole24ore.com

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
 
 

24energia 24energia

07 May, 08:15 |

24energia: Intervista al consulente energetico di Obama http://24o.it/7o8fk

06 May, 13:17 |

24energia: nòva24 di oggi è molto, molto rinnovabile

05 May, 16:22 |

24energia: Il Sole 24 ORE - L'energia pulita sotto i riflettori scommette sulla ricerca http://24o.it/npage

04 May, 10:57 |

24energia: Il Sole 24 ORE - «Impianti troppo profondi. Difficile tappare la falla nel Golfo del Messico» http://24o.it/taZZM

 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-