ROMA - Italia e Francia insieme non solo sul nucleare di terza generazione Epr con cui vogliamo riattivare l'atomo elettrico nel nostro paese. La collaborazione si allarga alla ricerca sul nucleare di quarta generazione, che promette di risolvere d'un sol colpo i problemi delle scorie (che diventeranno carburante da riciclare nelle stesse centrali) e di sicurezza intrinseca degli impianti. Si lavorerà sulle nanotecnologie e biotecnologie dell'energia, la scienza dei materiali, i modelli di simulazione. Per il «nucleare sostenibile» del futuro ma anche per sviluppare le energie rinnovabili. Tutto questo grazie all'accordo siglato ieri mattina nell'Ambasciata francese tra il presidente dell'Enea Luigi Paganetto e l'amministratore del Cea, in commissariato francese per l'energia atomica, Bernard Bigot, presenti il nostro ministro dello Sviluppo Claudio Scajola e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
Concepita per «far fronte alle sfide nei prossimi decenni» la partnership costituisce - si sottolinea in un comunicato congiunto - la prima applicazione del nuovo accordo quadro firmato lo scorso 24 febbraio dai governi di Italia e Francia sulla cooperazione energetica. Cinque gli obiettivi strategici comuni: formare esperti di alto livello, creando le condizioni per la mobilità dei ricercatori; favorire lo sviluppo e la competitività dell'Industria in materia di sicurezza e gestione dei rifiuti nucleari; sviluppare reattori di quarta generazione, ricerche sui reattori veloci e sul ciclo del combustibile; elaborare posizioni comuni per orientare i programmi di ricerca europei; rafforzare la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per le energie rinnovabili per abbassare i costi e per favorire lo sviluppo tecnologico delle imprese e la loro competitività a livello internazionale.
«E' significativo il fatto che l'accordo riguardi il nucleare e l'ambiente» rimarca Luigi Paganetto. Accordo davvero importante - aggiunge Bernard Bigot - «se si guarda ai rischi legati ai cambiamenti climatici e alle esigenze di approvvigionamento in un momento in cui le tecnologie di produzione energetica devono fare appello a tutte le forme a basso impatto di carbonio» come il nucleare e le rinnovabili. (F.Re.)