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Per impossibile – o improbabile – che sembri, tanto la vecchia Europa che la nuova amministrazione americana, hanno in programma di tirare il freno ai consumi di petrolio. Sin qui dissipato, soprattutto in America dove le basse tasse sulla benzina ne incoraggiano il vivace consumo, l'oro nero comincerà a venire risparmiato. Una spinta in più, verso il tramonto di un'era.
«Non c'è speranza che le energie alternative sostituiscano il petrolio, nei prossimi 20 o 30 anni», ribatte Ray Carbone. E ha ragione. Se non fosse che l'attuale spinta – scientifica, ma anche e soprattutto economica – verso la ricerca di nuove tecnologie è tanto poderosa quanto senza precedenti. «La creazione di valore che vedremo nella Silicon Vally con le nuove tecnologie per l'energia pulita – ha detto di recente Vinod Khosla, uno dei più famosi venture capitalist californiani – farà impallidire i successi già ottenuti dall'industria della microelettronica».
Il destino del mondo, così, si riduce a una semplice domanda. Riuscirà l'era del post-petrolio a subentrare all'era del petrolio senza soluzione di continuità? Oppure ci sarà uno scalino, un divario da superare? Oggi siamo 6,7 miliardi e i demografi calcolano, per metà secolo, 9 miliardi di cittadini del mondo, il che lascia pochi dubbi sul futuro andamento dei consumi. Ovviamente, però, la risposta a questa domanda non c'è. Vista con gli occhiali della storia, è probabilmente la più grande sfida che il genere umano abbia mai affrontato.
Oggi pomeriggio a Titusville e nella valle di Oil Creek – pomposamente battezzata dai locali come «la valle che ha cambiato il mondo» – si celebra quel remoto avvenimento di 150 anni fa. Secondo i giornali della zona, sono attese 20mila persone. L'industria petrolifera della Pennsylvania (che nel Novecento ospitò la Pennzoil e la Quacker, poi emigrate in Texas e successivamente rilevate dalla Shell) è l'ombra di se stessa. L'estrazione del greggio resta affidata a poche decine di famiglie, che continuano a pompare pochi barili al giorno dagli antichi pozzi disseminati nelle foreste degli Appalachi. Ma il pozzo di Drake – il museo che ospiterà le celebrazioni odierne – è comprensibilmente l'epicentro dell'orgoglio locale.
In teoria, potrebbe essere una festa di tutti: lo sfruttamento dell'energia a costi accessibili è il fil rouge che cuce l'avventura umana dell'ultimo secolo e mezzo. Il colonnello Drake, che peraltro morì senza un soldo in tasca, non avrebbe mai potuto immaginarlo. Né mai avrebbe immaginato quell'immensa distesa di 83 milioni di vasche da bagno cariche di petrolio che ogni giorno il mondo estrae, raffina e consuma. Finché un'altra era – chissà di che – non sarà pronta a cominciare.