ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

Frontiere

Normativa

Business

Risparmio

Società

Conferenza di Copenhagen

Silicio da spalmare che triplica la resa

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
21 febbraio 2010

Sono frutto della ricerca made in Italy i moduli fotovoltaici che promettono di triplicare la resa energetica in termini di produzione di elettricità rispetto alle soluzioni attualmente sul mercato. A metterle a punto, per il momento sotto forma di concept da laboratorio, un team di ricercatori dell'Università di Ferrara e dell'Istituto Nazionale per la fisica della materia del Cnr.
I ricercatori, impegnati sul progetto da circa dieci anni, e sostenuti dall'azienda padovana Dichroic Cell (che ha fornito le strumentazioni), hanno ideato un modulo composto di tre celle fotovoltaiche ciascuna a base di un diverso materiale. Gli ingredienti della ricetta sono silicio, arsenuro di gallio e fosforo di indio e gallio. Il tutto mixato con nanoparticelle di germanio, materiale molto costoso e scarsamente reperibile in natura considerato fra i migliori "conduttori" di raggi solari.

«Il reattore Lepecvd, realizzato dalla Dichroic Cell ci ha permesso di ottenere una pellicola ultrasottile a base di nanoparticelle di germanio che spalmato sulla parte esterna delle celle consente di ottenere una resa energetica nell'ordine del 30%», spiega Giuliano Martinelli, ordinario di fisica all'università di Ferrara. Un risultato eccezionale se si considera che i moduli più all'avanguardia oggi in commercio raggiungono il 12-13 per cento. L'utilizzo di tre differenti celle, inoltre, permette di sfruttare al meglio i raggi solari che vengono "instradati" sulla superficie del modulo per essere trasformati in energia con il massimo dell'efficienza. Più innovazione non fa rima, come spesso accade, con lievitazione dei costi. «Quelli produttivi restano invariati», assicura Martinelli.

Peccato però che l'Italia, prima al mondo ad aver attivato un progetto di ricerca di questo tipo, potrebbe essere sorpassata da altri paesi. «Siamo partiti per primi, altri Paesi si sono poi attivati con progetti analoghi ma ora rischiamo di perdere il vantaggio accumulato», sottolinea il docente dell'ateneo ferrarese. Il Fraunhofer Institute tedesco e l'Università statunitense del Delaware sono i principali "rivali". «Non sono più bravi di noi - conclude Martinelli - ma loro possono contare su stanziamenti pubblici consistenti».
M. Fi.

21 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
 
 

24energia 24energia

07 May, 08:15 |

24energia: Intervista al consulente energetico di Obama http://24o.it/7o8fk

06 May, 13:17 |

24energia: nòva24 di oggi è molto, molto rinnovabile

05 May, 16:22 |

24energia: Il Sole 24 ORE - L'energia pulita sotto i riflettori scommette sulla ricerca http://24o.it/npage

04 May, 10:57 |

24energia: Il Sole 24 ORE - «Impianti troppo profondi. Difficile tappare la falla nel Golfo del Messico» http://24o.it/taZZM

 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-