Reinventarsi i prodotti in chiave di sostenibilità. Il caso italiano più famoso è la Novamont, partita nel 1989 nella produzione di bioplastiche (prima la Mater-bi dal mais, poi i poliesteri da oli vegetali, l'Origo-bi) che oggi sta sviluppando progetti di bio-raffinerie per la chimica da e per il territorio. Oggi le sue bioplastiche vengono utilizzate non solo per i sacchetti da supermarket ma anche per stoviglie (anche di design come le Bioware di Huhtamaki), pannolini, copertoni auto, persino schede per computer e involucri di batterie. Ripensare i prodotti però non richiede i 100 milioni di euro investiti nel corso degli anni dalla Novamont. Si può anche restare nel solco della propria attività, come Zucchetti rubinetteria che ha progressivamente sviluppato varie linee di prodotti bagno (docce, rubinetti) che uniscono design avanzato al risparmio idrico. Oppure l'Artemide di Milano, che ha commissionato al Politecnico di Milano uno studio su una lampada (ovviamente a risparmio energetico) completamente riciclabile. Ne è nata Tolomeo, un prodotto interamente in alluminio, che può essere ritirato dalle reti di riciclo delle lampade a fluorescenza (che contengono mercurio e non possono andare in discarica) e reimmmesso in ciclo con pochissime operazioni e fusione del metallo. Esempi di questo tipo se ne possono fare a decine, se non centinaia. Sul portale www.acquistiverdi.it (in pratica il maggior catalogo italiano di prodotti sostenibili o da materiali riciclati) si possono trovare centinaia di soluzioni, sia per la casa che per l'azienda , l'ufficio, la cura personale e persino il turismo.