Per ora, in attesa dei veicoli ibridi o tutti elettrici del prossimo futuro, si punta su metano, gpl e mobilità sostenibile condivisa. Per esempio sulle centrali di mobilità, centri servizi polivalenti già diffusi in una sessantina di città tedesche e che offrono agli utenti abbonamenti combinati tra più servizi pubblici di trasporto (treni, autobus, tram, metropolitane, noleggio di biciclette, anche con formule integrate di city card) insieme all'aggregazione di car sharing, ovvero aiuto e supporto alla formazione di piccole comunità (anche istantanee) di condivisione di percorsi automobilistici. Legambiente, insieme alla Fondazione Cariplo, ha messo a punto il progetto per la prima di queste centrali di mobilità a Milano e hinterland. Che prevede dopo una fase di studio e di aggregazione di partner anche la formazione progressiva, entro due anni, di una rete territoriale di sportelli sull'intera conurbazione. Mentre www.autoinsieme.org propone già, dal basso, un centro di aggregazione via internet per il car sharing. Un fenomeno che comincia a diffondersi in più conurbazioni ad alta congestione italiane. Ma anche il mondo industriale dei trasporti è in pieno movimento. Dal 2010 sperimentazioni di city-car elettriche partiranno non solo in decine di metropoli Usa, asiatiche e europee, ma anche a Pisa, Roma e Milano. L'auto ibrida ed elettrica, a batterie a ioni di litio, è vicina a una sua prima soglia di diffondibilità, specie dopo il successo negli scorsi anni della Prius, l'ibrido Toyota che ha aperto il nuovo mercato. Tutto si gioca, in pratica, sulle batterie di nuova generazione. Dove oggi si concentrano oltre 200 grossi progetti di ricerca – e di investimento – da parte di altrettanti costruttori, da quelli più tradizionali (batterie al piombo iper-migliorate) alle start-up nanotecnologiche della Silicon Valley. E poi la creazione di infrastrutture urbane di ricarica o persino di scambio veloce dei pacchi batterie, come quella ideata da Better Place, per Israele, Danimarca e Portogallo.