Tra gli interventi domestici liberalizzati dal decreto legge varato venerdì dal Consiglio dei ministri c'è anche l'installazione di pannelli solari, termici o fotovoltaici, senza serbatoio, da realizzare sugli edifici al di fuori dei centri storici (zona A). Per l'uso residenziale dei pannelli non ci sarà più bisogno della Dia. La denuncia di inizio attività andava presentata all'ufficio tecnico del comune con tanto di firma del responsabile del progetto, il nome dell'azienda incaricata e il documento unico di regolarità contributiva (Durc). Il Comune aveva tempo trenta giorni per opporsi, in caso contrario valeva il silenzio-assenso per l'inizio dei lavori.
Lo snellimento burocratico eviterà le code agli sportelli e agevolerà l'integrazione delle più diffuse energie rinnovabili sugli edifici. Va detto che già il decreto legislativo 115 del 2008 aveva tolto l'obbligo della dia «per impianti solari termici o fotovoltaici aderenti o integrati nei tetti degli edifici con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda e i cui componenti non modificano la sagoma degli edifici stessi», dunque in un numero più limitato di casi. Alcune regioni, poi, hanno già adottato da tempo regolamenti di questa natura molto diversi tra loro. In attesa delle linee guida nazionali per l'autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili - che sono slittate a dopo le elezioni regionali insieme al nuovo conto energia per il fotovoltaico - il decreto snellisce e uniforma le procedure per installare i pannelli solari sulle abitazioni.