L'Europa raggiungerà il target del 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili sul totale dei consumi finali. Anzi, andrà oltre. Secondo uno studio preliminare della Commissione europea il contributo di energia pulita dei singoli Stati membri potrebbe arrivare al 20,3 per cento. Ovviamente, con delle distinzioni. La percentuale fissata dalla direttiva europea del dicembre 2008 varia di paese in paese. La Spagna dovrebbe "sforare" il 20% previsto, raggiungendo il 22,7%. La Germania arriverà al 18,7%, contro il 18% prefissato. L'Austria crede addirittura di poter raggiungere il 34%. L'Italia è invece tra i cinque Stati membri che prevedono di non farcela da soli e intendono acquistare dall'estero l'energia supplementare necessaria. Il nostro Paese ha indicato Albania, Croazia, Montenegro, Svizzera e Tunisia.
Costantino Lato, responsabile dell'unità ingegneria della direzione operativa del Gse, pochi giorni fa, a margine delle "Giornate della microgenerazione" in corso a Milano, ha detto a Reuters: «E' un target difficile da raggiungere. Oggi la percentuale italiana è al 7% (era il 5,2% nel 2005, ndr), per farcela il governo dovrebbe introdurre incentivi anche per l'utilizzo di energia verde per il riscaldamento residenziale e industriale». La direttiva, infatti, fa riferimento ai consumi finali di energia, non soltanto alla produzione di corrente elettrica, comprendendo anche gli usi termici delle fonti rinnovabili.
La Commissione ha pubblicato le previsioni inviate dai governi dei Ventisette riguardo alla produzione e importazione delle rinnovabili nei prossimi 10 anni. Oltre all'Italia ricorreranno alle importazioni Belgio, Danimarca, Lussemburgo e Malta, mentre 12 dei 27 Stati membri (comprese Francia e Gran Bretagna) prevedono sia sufficiente la propria produzione nazionale di rinnovabili. In dieci supereranno il target.
La direttiva Ue consente che una parte dell'aumento obbligatorio del consumo di energia rinnovabile sia coperto dall'elettricità generata dai paesi terzi, a condizione che sia importata fisicamente, attraverso elettrodotti e interconnessioni. Importazioni che potranno venire da Paesi della Ue o terzi, come il Nord Africa. Diversi piani nazionali evidenziano la necessità di investimenti in infrastrutture di rete sul percorso avviato dai diversi progetti che prevedono la condivizione di energia pulita attraverso le supergrid, tra cui Desertec, il neonato consorzio che vede coinvolta l'italiana Prysmian e le centrali eoliche offshore del Nord Europa.
Entro giugno, gli Stati membri dovranno presentare a Bruxelles i loro piani d'azione nazionali, in cui dovranno indicare il percorso, tappa per tappa, per arrivare al conseguimento dei propri obiettivi entro il 2020. La Commissione avrà potere di controllo sull'attuazione dei piani nazionali, con la possibilità di ricorrere alle normali procedure d'infrazione contro i paesi inadempienti.
Le previsioni degli Stati membri
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