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Crisi del credito: Borse, Governi e Banche centrali
 
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Ritorniamo ai fondamentali

di Emilio Botin *

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La crisi che stiamo vivendo sottolinea l'importanza di un sistema finanziario solvente, redditizio, sano e sostenibile. Molto è in discussione: dalla complessità di certe innovazioni finanziarie rivelatesi altamente nocive fino al funzionamento delle agenzie di rating e di certe strutture di regolamentazione e supervisione.
La Banca di Spagna, il nostro regolatore e supervisore, ha svolto un ruolo esemplare che è stato riconosciuto a livello internazionale. Le risposte a queste domande non sono facili, ma sembra evidente che devono passare da un recupero dei fondamenti dell'attività bancaria. Ora abbiamo sul tavolo tre problemi globali, che incidono con diversa intensità nei vari Paesi, e che hanno richiesto misure urgenti: liquidità; attività "tossiche"; capitalizzazione degli istituti finanziari.
A mio parere, l'apporto degli istituti e degli organismi di supervisione deve consistere in quattro cose: rimettere al centro il cliente; potenziare la gestione ordinaria; gestire con prudenza il rischio; rafforzare il governo d'impresa. Il contributo delle autorità, invece, è fondamentale per questioni come liquidità, trasparenza, supervisione.
La priorità è rimettere al centro il cliente. E per fare questo dobbiamo offrire valore, servizi e prodotti adeguati e adattati alle loro necessità. Dobbiamo fornire prodotti a prezzi ragionevoli, tenendo sotto controllo i costi senza pregiudicare il servizio e sfruttando le economie di scala che si possono ottenere raggiungendo dimensioni adeguate.
Il secondo elemento chiave è concentrarsi sulla gestione ordinaria. Un modello di gestione ordinaria adeguatamente curato, basato sul rapporto di lungo termine con il cliente, è redditizio e non costringe a investire in titoli e strutture finanziare poco chiari per generare profitti.
Questo mi porta al terzo punto, forse il più importante: noi, le banche, dobbiamo gestire il rischio con prudenza. Se qualcosa è emerso con chiarezza in questa crisi è la necessità di focalizzarci sulla gestione dei rischi. E per fare questo non servono grandi innovazioni. Non serve inventare nulla di nuovo. Serve dedicare tempo e attenzione al massimo livello in tutti gli istituti.
Qualche mese fa è venuto a farci visita un ex presidente della Federal Reserve. È rimasto sorpreso nell'apprendere che la Commissione rischi del Banco Santander, composta da cinque consiglieri, si riunisce due volte la settimana per analizzare i rischi per almeno quattro ore. Condividiamo pienamente le raccomandazioni dei vari organismi internazionali a questo riguardo: la gestione dei rischi dev'essere indipendente dal business e devono esservi coinvolti i massimi vertici dell'istituto.
Per questo è così importante il quarto punto che voglio sottolineare: la necessità di poter contare su un governo d'impresa forte all'interno degli istituti. Per anni si sono sentite voci da più parti levarsi in difesa della presenza di consiglieri indipendenti. Sembrava la panacea: il consigliere migliore era quello più lontano dagli affari, perché, si diceva, era più indipendente. Quello che serve sono consiglieri capaci e che conoscano bene un settore complesso, soggetto a innovazioni continue e dove qualsiasi errore di gestione ha implicazioni importanti. Nel consiglio del Banco Santander attualmente vantiamo nove presidenti o ex presidenti di istituti finanziari.
Vediamo ora come le autorità possono contribuire al rafforzamento del sistema finanziario. Una prima lettura della crisi ci dice che le soluzioni tecniche non sono state sufficienti a restituire la fiducia ai mercati. Serve dare segnali inequivocabili sotto una leadership chiara e condivisa. Questo comporta dare risposte coordinate, che non generino confusioni né problemi in diversi mercati. E in particolare in Europa.
Quali devono essere le priorità? In primo luogo, fare attenzione alla liquidità. La linea di galleggiamento degli istituti è, o era fino a questo momento, il capitale, ed era su questo aspetto che si focalizzavano gli organismi di supervisione per valutare la solvibilità degli istituti. Ma dopo questa crisi bisogna fare attenzione anche alla liquidità. In secondo luogo, va incoraggiata la trasparenza. Le dimensioni di questa crisi sono legate all'incertezza su chi e in che misura ne sia stato colpito. La mancanza di informazione è sfociata in una crisi di fiducia generalizzata. Per recuperarla è fondamentale che il mercato disponga della massima trasparenza riguardo al profilo di rischio di tutti i protagonisti.
In generale, bisogna rafforzare la supervisione. La crisi ci ha insegnato che i meccanismi di controllo e valutazione delle informazioni sono altrettanto importanti della trasparenza degli istituti. È necessario che i supervisori conoscano a fondo gli istituti che supervisionano, dettino regole chiare, tengano debitamente conto del fatto che i cicli economici e finanziari esistono e che bisogna sempre essere preparati a essi.
Per concludere, in Europa è ormai imprescindibile un maggiore coordinamento tra gli organismi di supervisione. Le misure concordate lo scorso fine settimana alla riunione dell'Eurogruppo, ispirate al piano del Regno Unito, vanno in questa direzione. Presuppongono una risposta coordinata; forniscono una tabella di marcia per l'attuazione delle misure da parte dei vari Governi della zona euro; mettono in evidenza temi speciali, come la liquidità. Il Governo spagnolo ha già approvato il suo pacchetto di misure, anche se a mio parere gli istituti spagnoli non hanno bisogno che lo Stato entri nel loro capitale, perché sono solidi e non hanno problemi di solvibilità.
  CONTINUA ...»

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