Le principali borse mondiali potrebbero chiudere per 2 0 3 giorni, in attesa delle misure, da parte di Governi e banche centrali, per evitare ulteriori cadute dopo quelle accusate da tutti i listini questa settimana. Secondo indiscrezioni della stampa inglese, questa voce ha iniziato a circolare con insistenza in mattinata tra i presidenti delle 56 borse mondiali, riuniti proprio oggi a Milano per l'appuntamento annuale della World Federation of Excange. Questa sera è previsto un incontro a porte chiuse, quando dovrebbero essere già note le decisioni adottate dal vertice straordinario dell'Eurogruppo (in corso dalle 17 a Parigi) chiamato a fronteggiare la crisi finanziaria internazionale. Il timore che serpeggia tra gli operatori finanziari è che venga decisa una chiusura straordinaria delle Borse visto che i provvedimenti finora adottati dai singoli Paesi non siano sufficienti a calmare i mercati. Al momento non si registrano comunque né conferme né smentite alle indiscrezioni. Che il clima sia molto "agitato" è confermato dall'andamento delle Borse del Medio Oriente, le uniche aperte di domenica (il giorno festivo è il venerdì). Quasi tutti i listini della regione hanno chiuso in pesante ribasso. Tel Aviv, tornata alle contrattazioni dopo alcuni giorni di stop legati alle festività ebraiche, ha dovuto ritardare di tre quarti d'ora l'avvio degli scambi a causa dei ribassi superiori anche al 9%. La Borsa del Cairo ha chiuso in calo del 3,1% dopo aver recuperato dal -9% iniziale. Crolla Dubai (-5,4%) che in corso di seduta è arrivata a perdere il 10% nonostante il governo degli Emirati Arabi Uniti, di cui il Dubai fa parte, abbia garantito i depositi e i prestiti interbancari nel Paese.
Tonfi per le Borse del Qatar (-7,2%) e dell'Oman (-5,7%), Pesanti anche Abu Dhabi (-2,3%) e Amman (-2,6%); flessioni più contenute per Kuwait (-0,4%) e Bahrein (-0,8%). Si salva Riad (+0,3%) dopo il taglio dei tassi da parte della Banca Centrale di mezzo punto percentuale.
«Gli investitori vogliono sapere come i Paesi del G-7 metteranno in atto la loro strategia per ripristinare la fiducia - è il commento di un analista all'agenzia Bloomberg -. Questo non è chiaro da quanto emerso nel corso del weekend.
Inoltre il petrolio sta trattando sotto gli 80 dollari al barile e questo è un segno di preoccupazione per la regione».