Nessun pasto gratis per le banche in difficoltà di rifinanziamento che andranno a bussare alla porta del ministero dell'Economia per richiedere la garanzia pubblica sulle nuove emissioni di obbligazioni bancarie (per rimborsare quelle in scadenza entro fine 2009) come anche sulle operazioni di prestito titoli effettuate con la clientela istituzionale, bancaria e non: un gigantesco mercato, quello del p/t, pietrificato negli ultimi tempi dal terrore del rischio-banca.
Secondo fonti bene informate la trattativa sulle commissioni pagate per le garanzia è già in corso mentre resterebbe per ora escluso da queste misure straordinarie il pronti contro termine al retail, uno degli strumenti più popolari tra i piccoli risparmiatori italiani.
Proprio per evitare che le banche si approfittino della liquidità che sgorga dal rubinetto delle garanzie pubbliche, e per far sì che anche il contribuente abbia il suo tornaconto, è già in corso la trattativa tra via XX Settembre e il sistema bancario per stabilire quanto costa la garanzia: secondo fonti bene informate le commissioni saranno equivalenti al costo dell'assicurazione sul mercato dei credit default swap dei singoli istituti oppure verranno calcolate misurando il differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato e delle obbligazioni bancarie. Sarà fatta la media di un periodo che è in via di definizione (per esempio l'ultimo mese o più mesi).
Due dei canali attivati dal Tesoro ieri hanno l'obiettivo di rimpolpare lo stock dei titoli di Stato usati dalle banche come collaterale per finanziarsi presso la Banca centrale europea e abbattere così i costi di raccolta. Con lo swap il Mef scambierà i propri titoli di Stato con i certificati di deposito bancari e con altri titoli di debito. Questo meccanismo, uno degli attrezzi meno pubblicizzati tra quelli nella cassetta a disposizione dei membri dell'Eurogruppo, aiuta gli istituti con scarsa disponibilità di collaterale di alta qualità per le linee di credito Bce.
In aggiunta, il Tesoro ha deciso di estendere la garanzia anche a quelle operazioni di prestito titoli che prima della crisi del credito bancario erano divenute dei pilastri della liquidità anche per le aziende non bancarie. Le grandi imprese industriali, le compagnie di assicurazione e le società finanziarie che avevano in portafoglio grossi quantitativi di titoli di Stato erano solite prestarli alle banche. Da qualche settimana questo canale si stava pericolosamente prosciugando: la garanzia pubblica servirà a neutralizzare il rischio-controparte bancaria, sgombrando il campo dal timore che la banca alla quale si prestano i titoli di Stato non sia più in grado di restituirli al mittente.
(I.B.)