Non tutti i clienti potenzialmente private si rivolgono a operatori specializzati: esiste una quota del mercato, quantificabile nel 30-40% che non è ancora servita da strutture dedicate. Secondo la società di consulenza Magstat che, nella sua indagine annuale, ha analizzato 230 operatori del settore (tra cui 59 banche commerciali italiane con divisioni specializzate, 41 banche d'affari straniere, 13 banche italiane specializzate, 27 sgr-sim-boutique finanziarie indipendenti, 4 reti di promotori finanziari e 86 family office) il patrimonio detenuto dai player del private banking è passato dai 574 miliardi di fine 2007 a 504 miliardi della fine dello scorso anno, con perdite, in gran parte attribuibili all'andamento delle borse internazionali, quantificabili in 70 miliardi.

Per Magstat, che stima il mercato potenziale in 734 miliardi di euro (contro gli 845 del 2007) , la quota non ancora raggiunta dai servizi di private banking è quindi pari al 32%.

Dei 504 miliardi complessivi di fine 2008, rileva la società di consulenza, 302,2, cioè il 60% del mercato servito, erano nelle mani delle 59 banche commerciali italiane con divisioni di private banking, 79,8 miliardi (il 15,8%) erano gestiti da 41 banche d'affari straniere e 43,6 miliardi (8,6%) dalle 13 banche italiane indipendenti specializzate nel private banking. Dei restanti 78,5 miliardi, 21,2 (il 4,2% del servito) apparteneva a 27 boutique finanziarie, sgr e sim, 30,6 mld alle 4 reti di promotori finanziari (6,1%), infine, 26,7 miliardi erano in gestione di 86 family office (5,3%).
A.U.M DEI PRIMI 10 OPERATORI
