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Ripresa o nuova recessione
Dove e quando i punti di svolta

di Vittorio Carlini

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25 febbraio 2010
Ripresa o nuova recessione. Dove e quando i punti svolta

In marzo molte le scadenze ma le possibilità di proroga sono elevate. I tassi di riferimento poco rilevanti. Ben più importanti le manovre straordinarie in sostegno della liquidità. Senza dimenticare la dinamica del credito. L'obiettivo? Capire il timing dell'exit strategy

Ben Bernanke, presidente della Federal reserve, davanti al Congresso Usa lo ha detto senza giri di parole: «Non cambio politica monetaria, i tassi di riferimento rimarranno eccezionalmente bassi ancora a lungo». Un'affermazione, avvenuta dopo il ritocco all'insù del tasso di sconto (ora allo 0,75%), che ha riempito le pagine dei giornali e lasciato i mercati tranquilli: nulla di nuovo sotto il sole. Anche perché gli stessi mercati guardano altrove; scrutano altri segnali per capire dove e quando sarà la tanto decantata exit strategy. Il sole 24ore.com, senza pretesa di completezza e con l'aiuto di esperti, ha tentato di leggere le carte a Mr Fed e al collega della Bce Jan Claude Trichet. Lo scopo? Realizzare una "bussola" utile per sopravvivere alla "strategia d'uscita".

Quali tassi d'interesse
In questa fase affaticarsi gli occhi sui principali tassi di riferimento ha poco senso. Il consensus è abbastanza unanime: la Bce, salvo cataclismi, rimarrà ferma all'1% per tutto il 2010; dall'altra parte dell'Oceano la Federal reserve è attesa ad un rialzo nella seconda metà dell'anno, per arrivare, passo dopo passo, poco oltre l'1% a dicembre. Indicazioni che (per ora) non "interessano" troppo ai mercati. Più rilevanti, al limite, le mosse sui tassi marginali di deposito e sugli impieghi: in Eurolandia, prima della crisi, la differenza tra i due saggi era di 200 basis points; con il grande crack è scesa a 100 basis points. Un bell'aiuto alle banche nella gestione della liquidità che verrà meno quando l'Eurotower interverrà sullo spread, avvicinandosi all' uscita dall'emergenza.

Le manovre straordinarie sulla liquidità
A ben vedere, però, altre sono le variabili da inquadrare nel radar. «È molto più importante - dice Antonio Cesarano, responsabile Market strategy di Mps capital services - dare uno sguardo alle manovre straordinarie, messe in piedi dalle banche centrali, per iniettare liquidità nel sistema». «Anche perché - fa da eco Nicola Trivelli, direttore investimenti Sella gestione Sgr - la Fed, al di là del successo delle sue operazioni, sa benissimo che i fiumi di denaro sono rimasti nel sistema interbancario, spesso alimentando la speculazione». E giocoforza, in uno scenario che vede alzarsi lo scontro tra Washington e i "signori" di Wall Street, Bernanke vorrà tentare ulteriori mosse sul ritorno verso la normalità.

Le scadenze Fed da monitorare...
Già la normalità. Ma quali e quando i primi segnali da guardare con attenzione?
«Per rispondere - dice Cesarano - bisogna fare una distinzione preliminare: dividere, cioè, gli interventi di "iniezione di liquidità" da quelli di acquisto di asset da parte della Fed». Ciò detto sul primo fronte va ricordato che il programma Taf (Term auction facility) con cui la Banca centrale, tramite asta, offre linee di credito agevolate alle banche «è previsto in scadenza a fine marzo. Stessa data in cui dovrebbe chiudersi il Talf (Term asset-backed securities facility, ndr), con la sola eccezione dei titoli che hanno come sottostante mutui commerciali. In questo caso il termine ultimo è per il giugno 2010». Sono possibili delle proroghe? «Certo. Ma anche in questo caso gli occhi saranno puntati sul mese di marzo: l'8 ci sarà la riunione della Fed e lì sapremo di eventuali modifiche». Anche rispetto all'acquisto di asset, marzo è mese cruciale: dovrebbe venire meno il programma, fino a 1.250 miliardi di dollari di valore, per l'acquisto di titoli garantiti da mutui residenziali, emessi essenzialmente da Fannie Mae e Freddy Mac. Insomma, nei prossimi trenta giorni molto si saprà di come Mr Fed, e i suoi colleghi, vogliono realmente gestire il drenaggio di liquidità dal sistema.   CONTINUA ...»



...e quelle della Banca centrale europea
Diversa situazione per l'Eurotower? «Anche la Bce - spiega Trivelli - ha messo in campo operazioni di rifinanziamento agevolato per gli istituti finanziari. Quello con durata più lunga, un anno, verrà a scadenza a dicembre 2010 e non è stato rinnovato. A marzo verrà ripetuta l'ultima tranche programmata sui 6 mesi, con scadenza quindi a settembre. Infine, ci sono le operazioni di duration a 3 mesi: anch'esse verrano meno a fine 2010». All'ombra dell'Eurotower, quindi, i termini di scadenza delle operazioni straordinarie sono spalmate su unarco di tempo più ampio. Per quanto, il mese di marzo resta comunque fondamentale: la prima riunione degli uomini di Trichet «è il 4 del mese prossimo. Non è detto che non possano saltare fuori elementi essenziali per capire cosa accadrà». Senza, poi, dimenticare che il piano di acquisto di covered bond, da 60 miliardi di euro, verrà meno a giugno. «Sempre salvo proroghe», ricorda Trivelli.

I "lacci e lacciuoli" dell'Europa
È ovvio che districarsi nella selva di scadenze, termini, proroghe può risultare difficile. Tuttavia, il segnale degli esperti è inequivocabile: più che ai tassi di riferimento, bisogna guardare a cosa succede sul fronte delle operazioni straordinarie di immissione di liquità. E lì che Trichet e Bernake dovrebbero giocare le loro prime carte. Carte che, però, Mr Fed potrebbe essere facilitato nel mettere sul tavolo prima del collega europeo. «Il vecchio continente - afferma Rony Hamaui, docente di mercati monetari internazionali all'università Cattolica - deve affrontare più problemi. Da un lato, la crisi della Grecia mette sotto pressione l'impalcatura dell'Euro: non ci si può permettere un default di qualche banca ellenica che provocherebbe un ulteriore problema sul debito statale. Dall'altro, le stime di crescita dell'Unione sono minori rispetto agli Stati Uniti. In questo scenario, la Bce avrà più "lacci e lacciuoli" nell'exit strategy».

25 febbraio 2010
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