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FINANZA

Obbligazioni, perdite fino all'11% annuo

di Gianfranco Ursino

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19 LUGLIO 2008


Circa due miliardi di euro. È il mancato incasso annuo che in un batter d'ali le banche vedono volatilizzarsi dai loro pingui bilanci, con il venir meno delle sole commissioni incassate in fase di collocamento delle gettonatissime obbligazioni bancarie. Una cifra stimata da «Plus24» sulla base dei 74 miliardi di bond collocati nel 2007 dagli istituti di credito italiani e che spiega il subbuglio generato tra gli operatori bancari dalle intenzioni della Consob di introdurre nuove regole di condotta nella distribuzione di prodotti illiquidi.

Obbligazioni bancarie che nella maggioranza dei casi non sono quotate su mercati regolamentati e, qualora lo siano, i livelli di liquidità osservati non sono elevati, soprattutto per quelle strutturate. Ci sono bond che nell'arco della loro vita al Mot sono scambiati solo sporadicamente, alcuni solo nell'1% delle sedute di Borsa. Una circostanza che può creare più di qualche difficoltà nel caso in cui il sottoscrittore volesse smobilizzare in anticipo il proprio investimento, salvo accontentarsi di svendere a prezzi bassi che non riflettono il valore reale del bond.

Vendere un'obbligazione strutturata prima della scadenza può determinare perdite fino all'11% annuo, anche se quotata al Mot. Un rischio che allo sportello non viene quasi mai esplicitato in fase di collocamento. Senza dimenticare che per liquidare in anticipo un'obbligazione non quotata su un mercato regolamentato, occorre mettere in conto di avere come unico compratore la propria banca che propone un prezzo inadeguato e difficilmente valutabile dall'investitore non professionale, anche se il bond è negoziato in un sistema interno di scambi organizzati (Sso).
Difficoltà di una pronta ed efficiente liquidibilità dell'investimento che la Consob critica a più riprese nella consultazione di "livello 3" di attuazione della Mifid, insieme anche all'impossibilità per il cliente retail della banca di apprezzare il fair value (giusto valore) dell'investimento. Tipicamente le obbligazioni strutturate incorporano delle opzioni, il cui costo non è facilmente giudicabile dall'investitore. Caricamenti iniziali anche nell'ordine del 5-8% dell'importo da investire. Un costo che spesso si palesa solo al momento della quotazione, quando il titolo viene scambiato a un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello di emissione. «Uno scostamento - spiega Angelo Drusiani, responsabile gestioni Banca Albertini Syz - che nella gran parte deriva dalle commissioni applicate in fase di vendita dagli intermediari, ma dipende anche dai movimenti di mercato che si riflettono sulle caratteristiche dei titoli». Dall'emissione alla quotazione passano spesso diversi mesi. E le banche saranno tenute a comunicare in maniera più trasparente anche le modalità di indicizzazione dei rendimenti. A meno di clamorose marce indietro della Consob.

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