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FINANZA

I gestori chiedono più libertà

di Isabella Della Valle e Lucilla Incorvati

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12 luglio 2008

Una maggiore delega ai gestori e strumenti più innovativi. Sono queste le esigenze espresse dai protagonisti del mondo previdenziale, per far fronte al difficile momento dei mercati. È quanto emerge da un'indagine appena realizzata da Mefop che analizza la possibile evoluzione dei rapporti tra fondi pensione e gestori. Due i questionari, molto articolati, destinati alle due categoria di soggetti. In particolare ai fondi pensione è stato chiesto di rispondere a 34 domande che toccano svariati argomenti: dall'asset allocation strategica al controllo della gestione finanziaria, al processo di selezione dei gestori e all'utilizzo di investimenti alternativi. Per i gestori, invece, sono state formulati 14 quesiti.
All'indagine hanno risposto 69 soggetti (su 110) rappresentativi tra i negoziali del 78,41% degli iscritti e dell'83,28% degli asset in portafoglio, e tra i fondi preesistenti del 37,75% degli iscritti e pensionati e del 43,88% degli asset gestiti. A spingere verso un ampliamento dei criteri di investimento sono proprio i vecchi fondi, che già ora hanno l'opportunità di utilizzare, entro limiti precisi, strumenti immobiliari. Sia per i preesistenti sia per i gestori sarebbe particolarmente utile l'apertura verso nuove forme di investimento con riferimento all'azionario dei mercati emergenti, alla gestione attiva del rischio di cambio e agli hedge fund. Per quanto riguarda la selezione dei gestori, la maggior parte dei fondi dà particolare importanza alla modalità del processo di investimento, alle procedure di controllo del rischio e alle performance passate, mentre per i preesistenti è fondamentale l'affidabilità del gruppo di appartenenza.
Dal versante delle commissioni di gestione, la maggior parte dei fondi pensione non intende modificare lo schema adottato. Oltre il 50% dei gestori ritiene che lo schema più adatto sia quello con commissioni di gestione più commissioni di performance che prevedano una premio in caso di successo, ma non una penalizzazione se non si batte il benchmark. Da notare che il 90% dei gestori ritiene di percepire dai fondi pensione commissioni inferiori rispetto a quelle pagate dagli altri investitori istituzionali; mentre i fondi pensione pensano di essere in linea. Il rispetto dei limiti della convenzione e l'andamento del rendimento/rischio relativo sono gli aspetti più importanti, secondo tutti gli operatori, per valutare i gestori, I preesistenti, in più, danno molta importanza anche all'accuratezza della reportistica. I gestori, dal canto loro, sono molto attenti sia alla trasparenza del processo di investimento, sia all'andamento del rendimento del rendimento/rischio assoluto. E infine le fonti di rischiosità. Il rischio di mercato e quello del credito catalizzano l'attenzione di tutti gli operatori. I fondi chiusi sono più sensibili al rischio valutario, i preesistenti a quello legato alla liquidità. Per i gestori, invece, è più importante guardare al rischio di disallineamento tra attività e passività.

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