Dal Governo, dal consulente, dall'amico esperto di economia. Il risparmiatore italiano, in giorni di ottovolante finanziario, è in cerca di rassicurazioni. Che stanno arrivando. La rete di protezione per banche e correntisti è stata
lanciata con due recenti decreti (8 e 13 ottobre). In questo e in altri articoli di «Plus24» si fa una radiografia, in base allo stato dell'arte legislativo, delle garanzie concesse agli strumenti di investimento più «usati» dagli italiani: bond, pronti contro termine, polizze, fondi, mutui.
Bond, i più amati dagli italiani
È aumentata di sei volte, dal 1995 al 2007, la quota di bond bancari detenuta dalle famiglie italiane: nella relazione annuale di Bankitalia si rileva che soltanto l'anno scorso il flusso netto di questo tipo di obbligazioni è stato pari a 25,1 miliardi, portando lo stock di fine anno a quota 355 miliardi. Assieme ai conti di deposito, i bond bancari sono stati gli strumenti finanziari che nel 2007 hanno
registrato un incremento. C'è il sospetto, dunque, di un forte interesse da parte degli istituti italiani a collocare tali prodotti che talvolta hanno rendimenti inferiori ai titoli di Stato. E le garanzie statali previste dai decreti salva-banche potrebbero dargli ulteriore appeal.
Garanzia sì, garanzia no
Allora è arrivato il momento di fare chiarezza sulle garanzie di Stato alle obbligazioni bancarie. Soprattutto sui bond in fase di collocamento tra i risparmiatori. La domanda è: sono garantiti o no? «Chi acquista obbligazioni bancarie attualmente in fase di collocamento, oggi deve sapere che ad esse la garanzia dello Stato non si applica – afferma Silvio Riolo, partner dello studio legale Clifford Chance e responsabile del dipartimento di Debt capital market in Italia. Infatti il decreto legge del 13 ottobre prevede, per il rilascio della garanzia dello Stato, alcuni passaggi tecnici che non sono ancora stati completati. Siamo in attesa dell'emanazione di un decreto del ministero dell'Economia che stabilisca criteri, condizioni e modalità di rilascio di tali garanzie». Che non sono automatiche: dev'essere la banca a richiedere le garanzie per il bond. «In più aggiunge Riolo su tale richiesta specifica Banca d'Italia dovrà valutare l'adeguatezza della patrimonializzazione della banca richiedente e la sua capacità di fare fronte alle obbligazioni assunte». Fino alla tarda serata di giovedì 16 ottobre, i decreti attuativi non erano stati emanati dal ministero dell'Economia. Secondo indiscrezioni, l'ufficio legislativo del dicastero retto da Giulio Tremonti dovrebbe diffondere tali provvedimenti la prossima settimana.
Documenti e domande
In attesa dei criteri di applicazione delle garanzie, c'è però da chiarire un punto chiave. Quando e se un bond bancario garantito verrà collocato, la garanzia dovrà essere scritta sul documento allegato (financial terms). Non solo. A quanto si sa le Authority (Consob e Bankitalia) e l'Abi, l'associazione di categoria delle banche, stanno discutendo sulla necessità o meno di un nuovo prospetto informativo per tali bond. Quindi occorre farsi mostrare nel documento dove è indicata la garanzia.
C'è poi il nodo costi: gli istituti che chiederanno una garanzia dovranno pagare una commissione sulla base dei prezzi di mercato. Commissione che il «piano Brown» per le banche inglesi indica nella media del Cds (le garanzie pagate sul mercato per il rischio di fallimento, ndr) degli ultimi cinque anni, maggiorati di 50 punti base. «Chi pagherà tali costi? si chiede Roberto Culicchi, partner dello studio legale Lovells Immagino che a questo punto ci potrebbe esser un impatto sui rendimenti dei bond». Conseguenza? Allo sportello «bisognerà chiedere il tasso di rendimento annuo netto del titolo e confrontarlo – spiega Ida Pagnottella, consulente finanziario indipendente di Cfi Advisors con il rendimento netto di un BTp di pari scadenza. Se il rendimento è uguale, meglio il titolo di Stato». E aggiunge: «È necessario chiedere pure se il bond bancario è
uotato su un mercato regolamentato. In questo modo, l'investitore in futuro potrà venderlo al miglior acquirente». In caso contrario meglio fare qualche domanda in più.
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