Lo tsunami finanziario seguito al crack Lehman ha coinvolto anche i fondi obbligazionari. I più colpiti sono quelli specializzati sui titoli high yield che sono più rischiosi per definizione e che da metà settembre a oggi hanno lasciato sul terreno in media il 16%. Tra i prodotti che investono sui titoli governativi, invece, prevalgono i segni positivi e le medie di categoria segnano un recupero dell'1% per i fondi a medio lungo termine e dello 0,53% per i gestori che investono su bond con durate finanziarie entro i 18 mesi. Ma le classificazioni di Assogestioni, basata sui rating, risultano fuorvianti, soprattutto in questa fase di mercato in cui si sono registrati numerosi e tardivi declassamenti.
Tra i fondi apparentemente specializzati su titoli di Stato figura anche Anima obbligazionario euro che perde quasi il 5% dallo scoppio della crisi Lehman. Le ragioni dell'attuale fase di difficoltà, e anche dei precedenti successi del fondo premiato in passato per i buoni risultati, è da ricercare nella presenza in portafoglio di bond societari (pari al 30% circa), di ottimo rating al momento dell'inserimento in portafoglio, utilizzati per supplire all'esiguità dei rendimenti dei titoli di Stato. Oltre a Lehman (il cui crack è stato in buona parte metabolizzato) il fondo vanta posizioni anche su Aig e su Fortis (presente nel fondo Anima Liquidità). Dopo i declassamenti i titoli con rating BBB ammontano a ben il 24% del fondo. «Anima obbligazionario ha in canna plusvalenze potenziali di rilievo avverte Foà . I corsi di questi titoli sono del tutto inadeguati a causa della totale illiquidità che ha colpito il segmento dei bond finanziari, penalizzati dalla crisi, e non prezzano l'intervento dei governi». Un esempio su tutti: Anglo Irish Bank (gruppo con la garanzia statale) ha un bond in scadenza il 30 settembre 2010 che quota a 96, con un premio di 300 punti base e un rendimento del 7%, contro il 4% dei titoli governativi di analoga scadenza.
Alla larga da Aig, Lehman, Washington Mutual e GE è stata invece Schroder che, con il proprio fondo monetario guadagna dalla crisi oltre il 2%. Il gruppo basa la sua filosofia di gestione non tanto sui rating, seguiti invece dalla maggioranza dei gestori italiani, ma sulle decisioni di un team formato da 25 analisti del credito con un'ultradecennale esperienza del settore dislocati in tutto il mondo. A capo del team c'è Jack Davis, che vanta 30 anni di esperienza nel settore.
federica.pezzatti@ilsole24ore.com