Un premio al merito. Il primo di una lunga serie con cui la Banca d'Italia vuole riconoscere il valore dello studio della matematica e dell'informatica in un Paese in cui la scuola, in particolare nell'insegnamento delle materie tecnico-scientifiche, ha accumulato «un grave ritardo» rispetto ai principali Paesi Ocse.
Ieri il Governatore Mario Draghi ha consegnato il riconoscimento (una borsa di studio per uno stage di tre settimane all'estero) a 20 studenti del primo biennio delle superiori che si sono meglio distinti nelle Olimpiadi nazionali di matematica e informatica, selezionati insieme con il ministero dell'Istruzione. E ha ricordato ancora una volta il valore del capitale umano nella crescita economica e sociale del Paese. Inaspettata, ma forse solo fino a un certo punto, la citazione scelta per sottolineare il ruolo decisivo che la scienza dei numeri ha svolto nel processo civile: L'Uomo matematico di Robert Musil (1913). Un saggio, ha ricordato Draghi, in cui si sostiene che «nessuno strumento di conoscenza s'è rivelato più forte, parole che forse possono sembrare eccessive – ha osservato il Governatore – ma che certo contengono molta verità».
Le cifre che fotografano il «ritardo italiano» sono invece quelle che lo stesso Draghi va richiamando fin dalla sua prima Relazione annuale: «Equivale a un anno di scuola», mentre «il 32,8% degli studenti italiani non raggiunge il livello di competenze necessario in una società avanzata», quando nella media dell'area Ocse «la percentuale si attesta al 21,3%».
Fortunatamente la consapevolezza di questo divario sta pian piano crescendo. Grazie alle numerose indagini internazionali sulle performance scolastiche e grazie a qualche progresso raggiunto sul piano dell'autonomia, una prospettiva su cui «è necessario insistere – ha detto Draghi rivolgendosi agli studenti, agli insegnanti e ai genitori riuniti a Palazzo Koch - perché sono ancora insufficienti i criteri di valutazione, e non sempre risultano uniformi». In questo senso l'integrazione, quest'anno, dell'esame di terza media con una prova scritta «rappresenta un interessante esercizio esplorativo - ha concluso Draghi - perché introduce la possibilità di una valutazione più oggettiva e uniforme su tutto il territorio nazionale».
Proprio ieri uno studio pubblicato sul sito di Bankitalia («I divari territoriali nella preparazione degli studenti italiani: evidenze dalle indagini nazionali e internazionali») indicava proprio nel sistema di valutazione delle scuole una delle ragioni del basso livello di preparazione dei nostri studenti. Sono le rilevazioni «esterne» a mettere in luce realtà che, invece, i voti scolastici conseguiti nei singoli istituti spesso non dicono. In tutte le materie rese oggetto delle più importanti indagini internazionali (dalla capacità di comprensione di un testo alla matematica, dalle scienze agli esercizi di problem solving) viene confermato un consistente divario tra le regioni italiane, con gli studenti meridionali al di sotto degli standard internazionali e di quelli dei loro colleghi settentrionali.
Altro elemento che emerge dall'indagine è poi l'influenza che le caratteristiche della famiglia di provenienza esercitano, con un forte impatto sui risultati scolastici, specialmente negli anni che precedono la scelta della scuola superiore. In particolare, si legge nella sintesi dell'occasional paper firmato da Pasqualino Montanaro, una «parte significativa dei differenziali di conoscenze e competenze tra il Nord e il Sud è attribuibile agli studenti provenienti da famiglie svantaggiate».
