«Se si vuole migliorare la qualità della scuola bisogna prepararsi a remunerare meglio gli insegnanti italiani che sono i peggio pagati d'Europa». Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, i dati Ocse hanno confermato che la politica della riduzione della spesa corrente non porterà da nessuna parte e se vogliamo arrivare a un rapporto alunni-docenti al pari dei paesi europei più evoluti bisogna pagare i docenti come nel resto d'Europa. Ma con retribuzioni agganciate «al merito».
Nel dibattito che si è innescato ieri sui dati Ocse hanno fatto sentire la loro voce sindacalisti, politici e studenti. I numeri dimostrano «la necessità di una riforma che secondo l'Ugl deve puntare ad un sistema di istruzione che sia a misura degli alunni e sappia valorizzare la qualità dell'insegnamento», ha osservato il segretario generale del sindacato, Renata Polverini. È evidente, aggiunge la leader dell'Ugl, «la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali anche per assicurare la continuità di servizi a sostegno delle famiglie, e soprattutto alle donne che lavorano, come il tempo pieno».
Giulia Tosoni, portavoce nazionale della rete di studenti Reds, rileva che «i dati mostrano che le polemiche di questi giorni hanno poco a che vedere con i problemi reali del sistema di istruzione. La scuola elementare é promossa a pieni voti dall'istituto europeo e, guarda caso, l'Italia spende più per ogni alunno elementare rispetto al resto d'Europa. Il trend si inverte per i gradi successivi dell'istruzione dove l'Italia spende meno e ottiene risultati tra i peggiori».
Fuori dal coro, il parere di Isabella Bertolini, parlamentare del Pdl. L'analisi dell'Ocse sul grave stato in cui versa la scuola italiana «dà ragione al Governo e conferma l'assoluta necessità di attuare una riforma strutturale che metta al centro la qualità dell'istruzione ed una migliore gestione della spesa pubblica», sostiene Isabella Bertolini, parlamentare Pdl. «Fondi spesi male, difesa di privilegi e spreco di denaro pubblico hanno reso la scuola italiana una delle peggiori d'Europa. Questa è l'immagine della scuola pubblica presentata dall'Ocse. Questa – dice ancora Bertolini – è l'immagine della scuola pubblica italiana teorizzata e prodotta dalla sinistra. Bisogna cambiare registro per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni. Noi vogliamo una scuola da record nella qualità, nella preparazione degli studenti e nella formazione degli insegnanti, non nel numero delle cattedre». I dati dell'Ocse «sbugiardano la campagna propagandistica e menzognera della sinistra partitica – conclude Bertolini – e sindacale interessata solo a difendere caste e privilegi».