«Dal 2009-2010 il maestro unico sarà introdotto solo nella prima classe del ciclo e, quindi, entrerà a regime gradualmente». A chiarirlo ieri è stato lo stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Il ministro ha anche assicurato che il tempo pieno non sarà toccato: «Non è affatto incompatibile – ha detto Gelmini – con il ritorno del maestro unico».
Parole che arrivano al termine di una giornata caratterizzata dal fuoco di sbarramento di opposizione e sindacati contro la scelta di riconsegnare le classi elementari al docente unico. Così come stabilito dal decreto legge pubblicato due giorni fa in «Gazzetta Ufficiale». Colpo a sorpresa messo a segno da Gelmini, insieme con la scelta di bloccare la riedizione dei testi scolastici per cinque anni (si veda l'articolo riportato sotto). Interventi che non sembravano dover rientrare nello stesso decreto che rimette in pista il voto in condotta e per le altre materie oltre allo studio dell'educazione civica.
Opposizione e sindacati annunciano mobilitazione. E, se si pensa che si tratta di misure che saranno operative da settembre 2009, l'atmosfera sembra quasi surreale: alle normali polemiche che accompagnano ogni inizio di anno scolastico (che non è ancora cominciato) si aggiungono quelle, se possibile ancora più esasperate, riguardanti l'anno successivo.
«Aver introdotto un team di tre insegnanti – ha aggiunto Gelmini, spiegando le ragioni della sua scelta – non corrispondeva a esigenze pedagogiche e formative. Ho piuttosto l'impressione che sia servito soltanto a far aumentare il numero degli insegnanti. E la cosa mi pare piuttosto illogica visto che il numero dei bambini in classe durante gli anni è diminuito per il calo delle nascite». Il ministro, infine, ha confermato l'intenzione di valorizzare la professione docente: «In prospettiva vorrei avere meno insegnanti ma meglio pagati».
Ma, a giudicare dalle prime reazioni, non è difficile prevedere che sarà muro contro muro tra la maggioranza, che fa quadrato in difesa di Gelmini, e l'opposizione che contesta duramente il provvedimento. «Con un colpo di mano, Gelmini crea un gravissimo danno alla scuola e a milioni di famiglie italiane», ha dichiarato Mariapia Garavaglia, ministro dell'Istruzione del governo-ombra del Pd. Mentre per Mariangela Bastico (Pd), ex viceministro all'Istruzione, «è in atto un attacco alla scuola pubblica, partendo dal suo punto più alto, ovvero la scuola elementare».
E il fronte sindacale rincara la dose: «Il decreto sul maestro unico è un calcio nei denti alle bambine e alle bambine – commenta Enrico Panini (Flc-Cgil) – e, a fronte di questa situazione è necessario definire un calendario di mobilitazione e di lotta per contrastare scelte sbagliate e inaccettabili».
Francesco Scrima (Cisl) afferma: «Il reale obiettivo è tagliare. Quest'orientamento ha una sola fonte pedagogica: il ministero dell'Economia». Per Massimo Di Menna (Uil) «il Governo ha introdotto una rigidità ancor prima della discussione con i sindacati. Così si contribuisce a creare grande allarme per un'ipotesi che potrebbe portare a tagliare decine di migliaia di posti e si stravolge, in questo momento delicato, l'insieme della scuola elementare». Rino Di Meglio (Gilda) sostiene che «non è mai capitato nella storia d'Italia che una riforma dell'ordinamento scolastico venisse varata con un decreto legge».
Apprezzamento, invece, dal Moige (Movimento italiano genitori): «Con il maestro unico, il bambino, che è alla prima vera esperienza scolastica, ha un passaggio più graduale verso l'insegnante. Inoltre ha una figura di riferimento più definita, un rapporto più diretto, mentre con più docenti spesso ci sono problemi di disorientamento».