Nuovo esame di terza media con tutte le prove a carattere nazionale. Potrebbe essere la prossima mossa a sorpresa del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. D'altra parte è stato lo stesso ministro ad annunciare importanti novità per la scuola che accoglie i ragazzi in uscita dalle elementari. «Cambierò le medie», ha affermato Gelmini (si veda "Il Sole 24 Ore" di ieri) aggiungendo: «C'è un deficit di formazione, servono più italiano, più matematica, più inglese. Ho insediato una commissione che studia la riforma. Voglio farla presto». Il ministro non è entrato nei dettagli, e la stessa commissione è abbottonatissima, ma non è difficile intercettare gli ambiti di intervento. Soprattutto se si considerano due aspetti. In primo luogo, la scuola media è considerata da decenni l'anello debole della filiera formativa italiana. Poi, le classifiche internazionali (Ocse-Pisa) sull'apprendimento degli studenti passano al setaccio proprio il livello di preparazione dei quindicenni. Graduatorie nelle quali l'Italia ottiene pessimi piazzamenti, in scienze, matematica e lettura.
Da qui la scelta di intervenire sul versante delle materie e dell'esame finale. L'effetto concreto potrebbe determinare, tra l'altro, il potenziamento delle ore di italiano e, soprattutto, di matematica. Anche se appare difficile conciliare questi incrementi con la riduzione di orario dei piani di studio, attraverso i quali centrare il taglio delle cattedre della "manovra d'estate".
L'esame di terza media potrebbe essere modificato nella direzione del coinvolgimento diretto dell'Invalsi (Istituto nazionale di valutazione) nell'elaborazione delle prove. Significa che l'Invalsi sarebbe chiamato a gestire l'intera verifica finale, finora affidata alle singole scuole, a parte un test nazionale che ha debuttato proprio a giugno di quest'anno e già coordinato dall'Invalsi.
Intanto, a proposito delle contestazioni ricevute mercoledì scorso, durante una manifestazione al liceo Newton di Roma, e delle polemiche suscitate dalla scelta della Polizia di identificare gli oppositori, Gelmini ieri ha diffuso un comunicato. «Colgo l'occasione per chiedere alla polizia, che spesso opera in condizioni ambientali difficili e il cui lavoro è fondamentale per tutti – scrive il ministro – di non procedere a controlli e identificazioni se qualche facinoroso alza la voce, anche perché ho sufficienti argomentazioni per rispondere a qualsiasi contestazione». E Gelmini ha proseguito annunciando: «Sono intenzionata a recarmi nelle scuole d'Italia per confrontarmi con i ragazzi, raccogliere proposte e chiedere loro se la scuola così com'è li soddisfi o, come credo, se sia necessario mettere mano a una riforma complessiva del nostro sistema d'istruzione».
A questo punto sarà importante comprendere se il ministro intende recuperare la riforma Moratti (con alcuni correttivi) o se, invece, intende promuovere un proprio modello targato Gelmini. Le intenzioni saranno già abbastanza chiare nei prossimi giorni, quando sarà presentato il piano programmatico, in applicazione della manovra.