Nell'area ingegneria non è ancora il momento delle rivoluzioni. La maggior parte degli atenei si prepara ad apportare una prima semplificazione dell'offerta formativa, rinviando l'applicazione completa della riforma all'anno accademico 2009/2010. Una scelta che si spiega con il sovraffollamento di alcuni atenei, che impedisce decisioni drastiche nel breve.
«Il decreto ministeriale 270 (emanato nel 2004, ndr) rappresenta un passo in avanti importante, in quanto caratterizza meglio il percorso triennale, indicando l'obbligo di garantire a tutti gli studenti la padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, utili per proseguire nel biennio successivo con i percorsi specialistici», commenta il preside della prima facoltà di ingegneria al Politecnico di Bari, Renato Cervini. «Tuttavia questo obiettivo richiede tempo per gli atenei come il nostro, che presentano un elevato rapporto tra studenti e docenti. Prevediamo di semplificare l'offerta triennale a partire dal 2009, introducendo il numero programmato per alcuni corsi».
Per quest'anno saranno confermati 12 percorsi di studio triennali (dall'ingegneria edile a quella civile, dalla meccanica all'energetica, all'elettrica) e nove specialistici, che si sommano a quattro lauree triennali e altrettante specialistiche presso le sedi di Foggia e Taranto.
Bussola per matricole
Intanto l'ateneo pugliese ha avviato un progetto di orientamento denominato Arianna per migliorare le capacità di scelta delle future matricole. Stesso approccio seguito dal Politecnico di Torino, che da quest'anno ha introdotto un test di pre-immatricolazione opzionale per le lauree ad accesso libero, svoltosi a maggio con la partecipazione di circa 200 candidati. «Chi ha superato questa prova sarà esonerato dal test ufficiale di settembre», spiega il rettore Francesco Profumo. «Chi invece ha raggiunto un punteggio inferiore alla sufficienza avrà più tempo per colmare le lacune».
Per i corsi a numero chiuso, invece, resta la data unica di settembre, comune a tutti gli atenei italiani. «L'adozione completa della riforma partirà nel 2009», prosegue il rettore, «intanto da quest'anno rafforziamo l'apertura internazionale dell'ateneo con circa il 30% dei corsi in lingua inglese». E gli studenti italiani che sceglieranno di frequentare questi corsi (la conoscenza linguistica deve essere certificata a un livello di "Pet with merit") non pagheranno le tasse per il primo anno.
Restano confermate anche le denominazioni dei corsi di laurea all'Università di Udine, ma cambiano alcuni contenuti. «Saranno rafforzati gli studi della matematica di base e della fisica, con l'incremento rispettivamente di tre e quattro crediti formativi», spiega la vicepreside Francesca Soramel. «Inoltre ci saranno più ore di laboratorio, in modo da assecondare alcuni obiettivi della riforma, come la capacità per gli studenti di mettere in pratica quel che si apprende e la pratica di lavoro in team».
Chi è già partito
L'Università di Padova ha deciso, invece, di partire subito con la semplificazione dell'offerta formativa. Da quest'anno prende il via il nuovo corso a ciclo unico quinquennale in ingegneria edile-architettura, che sostituisce l'analogo percorso in ingegneria. Vengono inoltre accorpati alcuni corsi triennali: ad esempio ingegneria dei processi industriali e dei materiali ingloba ingegneria chimica e dei processi e ingegneria dei materiali, con la possibilità di scegliere tra i due percorsi che viene rinviata al quarto anno. «L'obiettivo è di fornire una formazione di base trasversale», spiega il preside di facoltà Ettore Fornasini, «rinviando la scelta della specializzazione alla fine del triennio».
