Parte l'assalto alle borse di studio universitarie. I bandi aprono in questo periodo, con date differenti a seconda della regione e dell'ateneo di appartenenza. Possono concorrere gli studenti con buoni voti e reddito basso. I soldi, spiegano al ministero dell'Università e della ricerca (Miur), serviranno a coprire i costi di mantenimento negli anni di studio.
I fondi
Stato, Regioni e Province autonome mettono sul piatto qualche centinaio di milioni di euro: nell'anno accademico 2006/2007, ultimo dato disponibile, sono state erogate borse per 435,7 milioni, senza contare quelle universitarie. Nelle tasche dei beneficiari, come ha stabilito il decreto ministeriale dello scorso 29 gennaio, dovranno andare non meno di 4.523,78 euro per gli studenti fuori sede, di 2.493,88 euro per i pendolari e di 1.705,11 per quelli in sede (importi per il 2008/2009). Rientrano in quest'ultima categoria gli universitari che risiedono nel Comune o nell'area circostante il luogo del corso di studio, mentre sono considerati pendolari quelli che sono più distanti, ma abbastanza vicini per raggiungere l'ateneo ogni giorno. I fuori sede, invece, sono costretti a prendere un alloggio per frequentare.
I requisiti di merito, reddito e patrimonio sono stringenti (si veda la scheda). Ma per chi rientra nei criteri stabiliti la probabilità di farcela è piuttosto alta. Nel 2006/2007, infatti, tra quanti avevano tutte le carte in regola per ottenere una borsa di studio regionale, otto su dieci hanno poi effettivamente ricevuto il denaro. Complessivamente, sono state erogate più di 153mila borse, ma restano grandi differenze tra le varie zone d'Italia. Basti pensare che in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e nelle Province autonome di Trento e Bolzano il 100% degli studenti che ne avevano i requisiti hanno ricevuto i soldi, mentre non si è arrivati neppure al 50% in Basilicata (14,89%), Molise (34,28%), Calabria (47,14%) e Campania (49,71%).
Possono farne richiesta gli iscritti ai corsi universitari e alle istituzioni per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Le tipologie
In termini generali, si possono distinguere le borse di studio in due macroaree: regionali e universitarie. Le prime sono erogate da Regioni e Province autonome nei limiti delle proprie risorse finanziarie, integrate da un fondo statale stabilito annualmente (nel 2007 era stato di oltre 166 milioni di euro, mentre nel 2008 la cifra non ha raggiunto i 152 milioni). Chi è considerato idoneo a ottenere questa forma di agevolazione è anche esonerato dal pagamento della tassa di iscrizione e dei contributi. Le borse universitarie, invece, sono a carico del bilancio dei singoli atenei e sono concesse in via prioritaria agli studenti ritenuti idonei a ricevere la somma dalle Regioni, ma che non sono rientrati tra i beneficiari per mancanza di fondi.
I requisiti
I requisiti di merito e quelli relativi alla condizione economica e patrimoniale sono stati stabiliti dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2001. Alle matricole basta dimostrare di rientrare nei parametri di reddito e patrimonio previsti, mentre quelli legati ai crediti maturati nella propria carriera scolastica sono valutati in seguito. Le borse regionali sono attribuite per concorso, bandito ogni anno dall'ente per il diritto agli studi universitari. Per partecipare è sufficiente una autocertificazione.
Questo non significa, però, che in caso di false dichiarazioni sarà facile farla franca: le università e gli organismi regionali fanno controlli a campione su almeno il 20% di chi è risultato idoneo a presentare la richiesta e possono utilizzare i dati del sistema informativo del ministero delle Finanze e richiedere documentazione integrativa allo studente.
