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«Carbon capture and storage»:
ecco cos'è

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9 luglio 2009


L'AQUILA – Introdotto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal discorso dedicato al clima di Barack Obama, il Global Carbon Capture and Storage (cattura e sequestro del carbonio) Institute ha fornito lo spunto per una scena quasi teatrale nell'auditorium della caserma della Guardia di Finanza di Coppito, dove il premier australiano Kevin Rudd, sotto lo sguardo attento di Obama, stava illustrando nei dettagli questa iniziativa multinazionale per lo sviluppo di tecnologie per la cattura e l'immagazzinamento delle emissioni nocive. Da dietro le quinte del palco, uno a uno. sono apparsi - provocando una certa ilarità fra i giornalisti in sala - altri quattro signori sorridenti, padrini dell'iniziativa: il premier britannico Gordon Brown, il canadese Stephen Harper, il presidente messicano Felipe Calderon e il sudcoreano Lee Myung-bak.

Il Global Ccs Institute avrà sede a Canberra in Australia con uffici satelliti in molti altri luoghi al mondo. Tutti i paesi del G-8 sono soci fondatori. I documenti della presidenza australiana sottolineano che «mentre molti progetti di questo tipo esistono al mondo, pochissimi ottengono risultati significativi» e in particolare «molti non sono riusciti a ottenere significativi investimenti di «governo». Lo scopo del Global Ccs Institute sarà aiutare gli obbiettivi del G-8 di sviluppare almeno 20 progetti integrati su scala industriale di questo tipo entro il 2020. Il messaggio è chiaro: non basta ridurre le nuove emissioni, bisogna imparare a limitare i danni degli impianti esistenti.

La tecnologia Carbon Capture and Storage consiste nel confinamento geologico dell'anidride carbonica prodotta dalle aziende di combustione. Si tratta di un sistema che si sta diffondendo sempre di più anche nell'ottica di una riduzione delle emissioni di Co2 nell'atmosfera. Grazie alla Ccs, l'anidride carbonica emessa dai processi di combustione viene catturata e iniettata in un sito geologico di confinamento per un periodo di circa cento anni. In pratica, si prende il gas per stoccarlo sotto terra, in siti appositi.

Questa tecnologia in Italia viene sviluppata da Eni ed Enel che recentemente hanno siglato un accordo che ha l'obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica. Enel costruirà un impianto di cattura e liquefazione della Co2 a Brindisi mentre Eni inietterà l'anidride carbonica all'interno del giacimento esaurito di Stogit di Cortemaggiore (Piacenza). Ancora per molti anni non si potrà fare a meno di produrre elettricità con i combustibili fossili, ma le moderne tecnologie consentono di aumentare decisamente l'efficienza delle centrali termoelettriche e di abbattere le emissioni di polveri, anidride solforosa e ossidi di azoto. Quello di Eni ed Enel è un primo progetto pilota integrato che consente la sperimentazione dell'intero processo, dalla cattura della Co2 all'iniezione nel sottosuolo, al monitoraggio e alla verifica della stabilità e della sicurezza del deposito. (P.F.)

9 luglio 2009
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