Scusi, lei quali regole vorrebbe vedere codificate nel Global standard? Di che cosa i Grandi del mondo dovrebbero tener conto nella loro prossima riflessione sul Global standard?
Il tentativo di dare anche un'espressione interattiva, attraverso un sondaggio via internet, alla discussione democratica su quello che si annuncia come il cuore economico del vertice G-8 dell'Aquila, campeggia da ieri sul sito online dell'Ocse, sotto forma di un paio di domande molto user friendly, finalizzate a sollecitare nuovi contributi intellettuali.
L'organizzazione di Parigi, infatti, ha appena battezzato un blog dedicato alla costruzione di un'opinione collettiva su quello che potrebbe e dovrebbe essere in futuro il perimetro dei comportamenti necessari, da parte dei vari operatori economici, per evitare o almeno per limitare il rischio che una crisi finanziaria di dimensioni globali come quella del 2008 si ripeta. Soprattutto per riuscire, proprio attraverso un set di nuove regole condivise al livello più ampio possibile, a restituire fiducia a chi risparmia, investe, commercia in giro per il mondo.
Per questo, come si spiega in un articolo pubblicato nel neonato blog Ocse, un gruppo di lavoro italiano (composto, essenzialmente, dagli esperti di diritto riuniti dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel seminario internazionale di Villa Madama l'11 e il 12 maggio scorsi) ha messo a punto insieme all'Ocse un dodecalogo di principi comuni per dare basi etiche, prima ancora che legali, ai valori fondanti nel campo della proprietà, dell'integrità e della trasparenza: la metafora che ha ispirato questa sintesi è evidentemente quella delle dodici tavole che sono alla base del diritto romano. Vediamoli in dettaglio, questi nuovi comandamenti per rifondare il mondo del dopo crisi. Principi per i quali, molto probabilmente, il governo italiano chiederà l'endorsement degli altri Grandi del mondo.
Il primo principio elaborato dagli esperti, con la consulenza dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, dice che un'economia forte, corretta e pulita deve basarsi sui valori della proprietà, integrità e trasparenza. Questi valori, suggeriscono gli esperti italiani, dovrebbero essere promossi dalle politiche pubbliche e sostenuti dal mondo degli affari. Inoltre, il controllo sull'applicazione di questi principi e sul loro sviluppo dovrebbe essere esercitato con regolarità.
Secondo criterio: i governi, le aziende e tutti i soggetti degli affari, a prescindere dalla loro forma giuridica, in tutto il mondo dovrebbero riconoscere che questi valori sono la pietra angolare di un'economia di mercato che soddisfi bisogni e aspirazioni dei cittadini di ogni paese e che meriti il loro rispetto e la loro fiducia.
Terzo comandamento: si dovrebbe evitare ogni gara al ribasso nel campo delle normative sul lavoro, in quelle sociali ed ambientali e occorrerebbe prevenire gli arbitraggi normativi fra le giurisdizioni attraverso il rafforzamento della cooperazione e la convergenza dei vari quadri giuridici interni.
Il quarto principio evocato dagli esperti italiani è invece dedicato alla questione dell'evasione e dell'elusione fiscale: si ricorda infatti che in entrambi i casi si porta un danno alla società nel suo insieme ; per questo tutti i soggetti economici, indipendentemente dalla loro forma giuridica, recita il "comandamento" dei saggi italiani e dell'Ocse dovrebbero eseguire il proprio dovere fiscale.
Il quinto comandamento ha per oggetto le lobby e il cosiddetto intreccio fra politica e affari: gruppi d'interesse e porte girevoli varie dovrebbero essere regolati con principi equilibrati, trasparenti, non discriminatori nei confronti di nessuna parte, con sanzioni per chi trasgredisce.
Le nuove "tavole della legge" sintetizzate con l'aiuto dell'Ocse sono anche il prodotto distillato di una serie di riflessioni realizzate da giuristi come Guido Rossi (ma del gruppo di studiosi riunitisi a villa Madama facevano parte anche Enrico Letta e il giurista Giulio Napolitano). Va detto, peraltro, che nella proposta italiana messa a punto dal Tesoro sul global standard sono confluiti anche altri lavori preparatori, come ad esempio un rapporto commissionato allo Iuc (International University College) di Torino, firmato fra gli altri da Ugo Mattei, Edoardo Reviglio, Franco Bassanini e Guido Calabresi, insieme all'istituto degli Alti studi giuridici di Parigi e all'Universitá di Budapest.
Tuttavia, nel "dodecalogo" si ravvisa soprattutto un percorso istituzionale, lungo, lento e faticoso, che è stato già intrapreso da tempo da alcune organizzazioni sovranazionali, come ricorda il vice-segretario dell'Ocse, Piercarlo Padoan, il quale, in particolare, fa riferimento, oltre che a quella che oggi è la propria "casa" professionale, al lavoro svolto dal Fondo monetario guidato da Dominique Strauss- Kahn e da quello realizzato dal Financial stability board, l'organismo che riunisce i supervisors sui mercati e gli intermediari finanziari di 24 fra paesi e constituency del mondo, diretto dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi e che è già stato incaricato di riferire, sui temi di propria competenza, al vertice G-20 dei capi di stato e di governo che si terrà alla fine di settembre a Pittsburgh.
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