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Dal G-8 aiuti per 20 miliardi

di Alessandro Merli

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11 luglio 2009

Superando le aspettative della vigilia, il G-8 ha annunciato ieri aiuti per 20 miliardi di dollari nei prossimi tre anni agli agricoltori dei paesi poveri, soprattutto dell'Africa, per promuovere lo sviluppo rurale e l'autosufficienza alimentare. L'aumento, rispetto alla cifra di 15 miliardi, discussa nei giorni scorsi e di cui si parlava ancora giovedì sera, è stato concordato ieri mattina, ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nell'incontro dei capi di Stato e di Governo degli otto grandi con i leader africani che ha concluso il vertice de L'Aquila. «È stato lasciato per ultimo perché era l'argomento più importante», ha detto Berlusconi.

«La sicurezza alimentare – afferma la dichiarazione finale – è strettamente legata alla crescita economica e al progresso sociale, così come alla stabilità politica e alla pace». I fondi sono destinati all'acquisto di sementi, fertilizzanti e macchine per aumentare la produzione agricola nei paesi poveri e constrastare l'aumento del numero delle persone che soffrono la fame (oltre un miliardo in tutto il mondo, secondo stime delle Nazioni unite), causato dalla crisi alimentare scoppiata lo scorso anno e dalle ripercussioni della recessione globale.
«È apprezzabile e incoraggiante – ha detto il direttore generale della Fao, Jacques Diouf – lo spostamento verso politiche di sostegno all'autosufficienza alimentare dei poveri e degli affamati». Secondo Diouf sarebbe importante tornare a una percentuale di aiuti allo sviluppo dedicata all'agricoltura attorno al 17%, come era negli anni 70, quando consentì di salvare dalle carestie Asia e America latina, contro il 4% attuale. La Fao e le altre organizzazioni dell'Onu con sede a Roma (Ifad e Programma alimentare mondiale) saranno con ogni probabilità, con la Banca mondiale, gli organismi incaricati di gestire i fondi del G-8 per quella che è stata battezzata Iniziativa dell'Aquila per la sicurezza alimentare.


Un forte impulso è venuto dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha promesso circa 3,5 miliardi di dollari l'anno per tre anni. Altri 3 miliardi ciascuno dovrebbero venire da Europa e Giappone. Il presidente americano, che dall'Italia si recherà in visita in Ghana, ha sostenuto che «non c'è nessuna ragione per cui l'Africa non debba essere autosufficiente in fatto di cibo» e ricordato che parte della sua famiglia vive in Kenia, «in villaggi dove la fame è realtà». Sia Obama sia Berlusconi hanno citato in conferenza stampa la storia di un bambino africano di 12 anni, raccontata all'incontro di ieri dal premier britannico Gordon Brown, che sognava di diventare calciatore, ma è morto di fame prima che potessero arrivare gli aiuti alimentari dell'Onu.

Non è ancora chiaro quanta parte dei 20 miliardi di dollari annunciati ieri sia rappresentata da nuovi impegni e non da promesse già fatte in precedenza. Dovrebbe trattarsi comunque di somme che non vengono sottratte agli interventi d'emergenza per risolvere le crisi alimentari. «Io credo – ha dichiarato il presidente sudafricano, Jacob Zuma, che ha partecipato al vertice insieme ai leader di Algeria, Angola, Egitto, Etiopia, Libia, Nigeria e Senegal – che si possano considerare soldi nuovi. Non possiamo dire che sia abbastanza, ma possiamo dire che si comincia a fare qualcosa di concreto». Il leader dell'Etiopia, Meles Zenawi, ha detto però che i capi di Stato africani hanno chiesto al G-8 di rispettare gli impegni presi. Secondo l'Onu, il G-8 è in arretrato di 20 miliardi di dollari sulle promesse di raddoppiare gli aiuti all'Africa entro il 2010 fatte al vertice di Gleneagles del 2005.

Le organizzazioni umanitarie che operano nei paesi poveri e tengono costantemente sotto esame le promesse del G-8, hanno dato la loro approvazione condizionata all'iniziativa dell'Aquila. «Nell'ultimo minuto dei tempi supplementari – ha dichiarato la rockstar Bono, fondatore dell'organizzazione One per la lotta alla povertà – è stato segnato a sorpresa un gol per gli agricoltori e gli affamati del mondo». Oxfam ha osservato però che «è indispensabile che i fondi non restino sulla carta». Il portavoce di ActionAid, Luca de Fraia, ha chiesto al governo italiano di chiarire quale sarà il contributo del nostro paese. Bob Geldof, l'altra rockstar in prima fila nell'impegno umanitario, ha detto che «l'iniziativa alimentare è promettente», ma ha ricordato a Berlusconi i ritardi italiani sulle promesse del 2005, delle quali solo il 3%, secondo stime di One, è stato rispettato.

Il G-8 ha promesso inoltre di assistere l'Africa in materia di accesso all'acqua potabile e alla costruzione di fognature, sulle quali il continente è in ritardo anche rispetto agli altri paesi in via di sviluppo. In materia di aiuti ai paesi poveri, il G-8 ha poi avallato un'iniziativa italiana per migliorare trasparenza e concorrenza nei trasferimenti delle rimesse degli immigrati ai paesi d'origine, con l'obiettivo di dimezzarne i costi.

11 luglio 2009
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