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Ripresa priorità del vertice,
cercando il Global Standard

di Piero Fornara

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6 luglio 2009

Altro tema cruciale sul tavolo dei Grandi è il commercio internazionale con l'auspicato rilancio del Doha Round

L'esigenza di porre rimedio alla perdurante fragilità dell'economia resta in cima alle priorità dei leader mondiali, che da mercoledì 8 a venerdì 10 luglio si riuniscono per il vertice che la presidenza italiana ha voluto tenere a L'Aquila, ancora investita da scosse sismiche. Se poco meno di un mese fa la riunione dei ministri delle Finanze a Lecce si era conclusa con una prudente valutazione sulla possibilità che il peggio della crisi sia alle spalle, gli ultimi dati sul peggioramento della disoccupazione negli Usa e nell'area euro, sebbene attesi, hanno ribadito tutta la delicatezza della situazione.

Dal "Legal Global Standard", termine coniato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti per definire un insieme di nuove regole per l'economia e la finanza si è passati al meno impegnativo "Lecce Framework", definito così dal luogo dove si è tenuto in giugno il G8 economico e finanziario che è tornato ad affrontare il tema del nuovo codice di regole. E per garantire solide fondamenta alla ripresa, come recentemente avvertito dalla Banca dei regolamenti internazionali nel suo rapporto annuale, è necessario procedere senza indugio alla "riparazione" del sistema finanziario.

Le possibili aree di intervento spaziano dai bonus ai manager, alla governance di impresa, alla lotta alla corruzione, all'evasione fiscale, alle tasse, al funzionamento dei mercati. Ma su questo versante L'Aquila dovrebbe segnare solo una tappa di un percorso che si annuncia lungo. Oggi lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha avvertito pochi giorni fa che «siamo molto lontani da un risultato: prima di raggiungere un testo condiviso, perché tale dovrà essere, ci vorranno molti altri passaggi». Ma si potranno fare progressi su una strategia comune, da sviluppare ulteriormente al G20 di Pittsburgh, a settembre. Il tutto mentre nelle opinioni pubbliche dei vari paesi serpeggia il malcontento per i ripetuti episodi di manager strapagati, mentre le relative società fallivano e magari effettuavano drastici tagli occupazionali.

Altro tema cruciale per il rilancio dell'economia è quello del commercio internazionale. E qui sul tavolo potrebbe trovare spazio un possibile rilancio dell'Organizzazione mondiale del commercio, o Wto, attraverso il pluriennale ciclo negoziale di Doha. La crisi ha duramente colpito anche questo settore, prosciugando i finanziamenti, e la stessa Wto ora prevede tassi di contrazione degli scambi che quest'anno potrebbero raggiungere il 10 per cento.

L'appuntamento dell'Aquila sarebbe particolarmente propizio per un rilancio del Doha Round, perché si tratterò di un G-8 enormemente allargato: oltre alle maggiori economie avanzate ci saranno anche tutti i giganti emergenti, come Cina e India, la controparte più rilevante nei negoziati, ma anche una folta rappresentanza dell'Africa, per i paesi in via di sviluppo, le cui prospettive di crescita sono profondamente legate alla possibilità di sfruttare il commercio con l'estero. utto questo mentre le lancette dell'economia continuano a offrire alcuni spunti di possibile miglioramento del quadro, ma anche altri segnali che tendono a smorzare decisamente le valutazioni ottimistiche.

Nel frattempo le finanze pubbliche risultano sempre più deteriorate sia dalle ingenti misure stanziate per rispondere alla crisi, sia dalla recessione economica che mina le entrate. La Bce ha appena ribadito che è necessario iniziare subito a approntare strategie di uscita «ambiziose» dalla fase di deficit gonfiati dalle esigenze di contrasto alla crisi. Ma sulla tempistica con cui rimuovere gli stimoli - anche dopo il G-8 finanziario di Lecce - le posizioni dei vari paesi appaiono sfumate, sebbenesia stato conferito al Fondo monetario internazionale un mandato
a supervisionare questo aspetto.

In ogni caso, anche per risanare le finanze il recupero della crescita economica rappresenta un fattore determinante. Dal G-8 potrebbero giungere indicazioni anche sulle strategie di lungo termine, tramite l'individuazione di fonti per assicurare la crescita nel futuro. Una possibile area di intervento è quella di concordare tra paesi avanzati e giganti emergenti un percorso di progressivo aggiustamento degli squilibri globali che erano lievitati negli anni scorsi. In particolare ai forti esportatori dell'Asia, come la Cina, si chiederebbe di rafforzare i propri consumi interni, magari facendo leva su un miglioramento delle reti di protezione sociale che stimolerebbe le spese delle famiglie, ora altamente orientate al risparmio. L'opposto sarebbe necessario negli Stati Uniti, dove per anni la crescita economica è stata eccessivamente sbilanciato sull'inedbitamento.

6 luglio 2009
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