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4 miliardi di tonnellate di rifiuti
prodotti ogni anno nel mondo

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16 novembre 2009


Quattro miliardi di tonnellate: a tanto ammontano i rifiuti urbani e industriali prodotti ogni anno nel mondo, pari a 650 chili per abitante, con una netta prevalenza dei paesi occidentali. Di questi quattro miliardi, ne vengono raccolti ogni anno circa 2,74: si tratta di rifiuti urbani (1,7 miliardi), compresi quelli domestici e commerciali, ma anche rifiuti industriali, soprattutto dell'industria manifatturiera. I dati emergono dal Panorama mondiale dei rifiuti 2009, il primo studio sistematico sulla produzione e smaltimento di rifiuti a livello internazionale, realizzato dal gruppo Veolia (con Philippe Chalmin dell'Università Parigi-Dauphine) e presentato all'Università Bocconi nel corso del convegno Rifiuti: dalla paura alla consapevolezza.

Il primo produttore al mondo di rifiuti urbani sono gli Stati Uniti con 226 milioni di tonnellate all'anno, seguiti dall'Europa con oltre 225 milioni; la Cina, la cui popolazione è molto maggiore, ne produce 148 milioni di tonnellate.

Nel nostro paese vengono generati ogni anno 32,4 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, 550 chili pro-capite, oltre a 36,6 milioni di rifiuti industriali e a 52,3 milioni del settore edile.
In Italia, ogni 12 mesi, finiscono in discarica 15 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (pari al 48% del totale), il 42% dei quali finisce negli impianti di riciclaggio e compostaggio mentre il 10% viene usato per la valorizzazione emergetica, una dato inferiore al 33% della Francia e al 24,6% della Germania.

Secondo Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, che è intervenuto al convegno, il Dl salva-infrazioni, che contiene la riforma dei servizi pubblici locali compresa la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (in discussione alla Camera) rappresenta un passo avanti fondamentale per la liberalizzazione del settore e apre la strada per il reperimento di nuove risorse, con l'intervento di capitali privati. «Lo strumento fondamentale per risolvere il problema dei rifiuti è la concorrenza e con il decreto legge che dovrebbe vedere il via libera dalla Camera si è fatto un passo avanti decisivo», ha dichiarato Bassanini. «L'impianto mi sembra condivisibile, stabilisce leggi e termini precisi, rappresenta un passo avanti sulla strada della liberalizzazione, può servire a reperire nuove risorse». Secondo il presidente della Cassa Depositi e Prestiti nella gestione dei rifiuti «occorrono regole stabili e certe e c'è bisogno di un'autorità di regolamentazione indipendente che fissi le regole per il mercato, questo è importante per gli investitori». Una buona regolamentazione, ha detto Bassanini, è «garanzia di affidabilità e certezza per gli investitori». Inoltre, ha aggiunto, «occorrono indirizzi di politica industriale del settore e obiettivi quantificabili di raccolta, di smaltimento, di riciclaggio, che devono essere associati a delle sanzioni. Chi sarà in ritardo sarà penalizzato e ne risponderà di fronte ai cittadini».
Il nuovo decreto, quindi, apre una strada importante per il reperimento delle risorse, con l'intervento di capitali privati. «La Cdp - ha spiegato Bassanini - può intervenire se si tratta di investimenti di medio-lungo termine e se si ha certezza e garanzia di ritorni adeguati e l'operazione è sostenibile economicamente e finanziariamente».

16 novembre 2009
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