Fimit-Pirelli, un matrimonio che non si doveva fare. A posteriori quella che doveva essere l'unione dell'anno nell'immobiliare, lascia il campo a molti interrogativi. Erano ormai diverse settimane che, tra gli addetti ai lavori, circolavano indiscrezioni su una rottura certa dei negoziati: indiscrezioni alle quali sia Fimit sia Pirelli avevano sempre risposto con secche smentite. Poi venerdì il comunicato stampa a mercato chiuso. Con il tam tam delle indiscrezioni che riportavano diverse versioni come causa del divorzio. Da una parte il passo indietro delle casse di previdenza (Enasarco, Inarcassa, Enpals, Inpdap) socie di Fimit che avrebbero fin dall'inizio guardato con scetticismo a un'unione con Pirelli Re, anche in virtù della moral suasion del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Dall'altra i dubbi di Pirelli e il nodo dei concambi. Infine il faro della magistratura (senza contare l'ispezione di Bankitalia) sui fondi di Fimit e sul suo Ad Massimo Caputi. Insomma, un'unione davvero impossibile. (C.Fe.)