La Francia non sarà forse, storicamente, il paradiso europeo delle Pmi. Ma con Sarkozy le cose sono cambiate - e stanno cambiando - complice la crisi. Aiuti pubblici, soppressione dell'Irap e una nuova legge sui fallimenti delle microimprese hanno reso, in pochi mesi, il quadro normativo decisamente più attraente. A questo si aggiunge un'amministrazione pubblica che tradizionalmente è più efficiente della nostra e che non lesina in mezzi quando si tratta di promuovere il proprio territorio come destinazione di investimenti stranieri. L'imprenditore italiano Francesco Borgomeo, che produce piastrelle e tegole solari, si è reso conto di questa realtà strada facendo. Partito con l'obiettivo di acquisire due impianti in Francia avendone alle spalle già uno in Italia, ha portato a termine l'operazione invertendone la prospettiva strategica: l'azienda diventata ormai gruppo si è trasformata in società di diritto francese e lo stabilimento italiano sarà una filiale. Una buona notizia per la Francia, molto meno per l'Italia. Siamo ancora la culla naturale delle Pmi, ma restando con le mani in mano si rischia che il bambino ci venga sottratto.