Prima di essere eletto presidente della repubblica francese Chirac fece (male) il sindaco di Parigi. Prima di essere battuto nella corsa alla Casa Bianca Giuliani fece (bene) il sindaco di New York. Solo in Italia si fa il percorso inverso, dal centro alla periferia. Ha agito con serietà l'ex presidente del consiglio Romano Prodi, sottraendosi con garbo al pressing dei democratici, orfani del maldestro Delbono. È possibile che ci fosse chi, nel campo rissoso di Agramante che è ormai la formazione ex sogno dei riformisti, sperasse di legare «il professore» a Bologna liberandosi dalla sua voce. Chi invece, in buona fede, sperava di rivedere fiorire la città sotto l'emiliano Prodi commetteva un analogo errore, non perché l'ex premier non possa essere un buon primo cittadino: ma perché la politica deve conoscere fasi e stagioni nuove, e chi ha governato l'Italia e l'Europa ai massimi livelli deve condividere l'esperienza maturata con un lavoro di moral suasion e libero dibattito, non occuparsi di bus e asili nido. Il Pd non sa trovare nuovi leader e guarda sempre indietro: un errore marchiano.