Il click day fiscale, in fondo, non è mai piaciuto. Dai tempi della corsa al bonus sugli investimenti per arrivare alla caccia telematica al credito d'imposta sulla ricerca, sulla quale l'ultima parola la diranno i giudici. Ora tocca all'Irap. Da mezzogiorno del 14 settembre tutti a caccia del rimborso. Ancora una volta attraverso la gara di velocità davanti al computer. Con almeno due fronti di sofferenza. I contribuenti, infatti, non avranno certezze sui tempi di recupero del rimborso. Che pure è un diritto sancito dalla legge e confermato da una pronuncia della Corte costituzionale, che ha salvato l'indeducibilità dell'Irap dall'Ires proprio per il varo della nuova disciplina. I professionisti, invece, dovranno fare i conti con la necessità di gestire i rapporti con i clienti. Come decidere l'ordine degli invii quando da un click può dipendere un rimborso immediato per un cliente e un recupero più lento per un altro?
Ce n'è abbastanza per rimettere in discussione il sistema dell'ammissione telematica ai benefici. Accettata in modo sofferto per i premi. Ma sempre meno condivisibile quando in gioco c'è un diritto.